Agricoltura, Giansanti: Pac sbagliata che ha fatto calare del 10% la produzione europea. VIDEOINTERVISTA

“Sapremo da qui a breve chi sarà il prossimo commissario all’agricoltura europeo. L’importante è che abbia le idee chiare su cosa deve rappresentare per il futuro dell’Europa l’agricoltura. Stiamo vivendo una stagione complessa, difficile. L’anno scorso, se ricordate, il costo del carrello della spesa, oggi l’agricoltura è diventata un’arma di guerra e alcune nazioni fuori dall’Europa la utilizzano come tale”.

Così ad AGRICOLAE Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura, a margine dell’assemblea estiva in programma a Milano,

“In questa dimensione noi agricoltori italiani e in Europa dobbiamo garantire ovviamente l’autosufficienza alimentare ai nostri cittadini, tanto per quella che è la qualità e la sicurezza alimentare, quanto per la sicurezza degli approvvigionamenti e un giusto prezzo.

Fare questo, ovviamente richiede delle decisioni politiche serie, forti, che richiamino anche a un sano pragmatismo. Le scelte adottate dalla precedente Commissione, ovviamente hanno molto condizionato l’andamento produttivo degli ultimi anni. Considerate, noi l’avevamo detto, unici in Italia e tra i pochissimi in Europa, che questa PAC era sbagliata. La politica agricola comune ha fatto diminuire del 10% la produzione dell’Europa e, nel momento in cui diminuisce la capacità produttiva, arrivano prodotti da fuori Europa che a volte non hanno gli stessi standard di sicurezza alimentare di qualità rispetto ai nostri.

Rimettere al centro la capacità produttiva dell’Europa. poter garantire gli agricoltori, in fondo tutto sono anche e soprattutto degli imprenditori che operano all’interno di un’attività economica ma gli agricoltori, a differenza delle altre attività economiche, svolgono anche una funzione sociale nelle aree interne piuttosto che nelle attività ambientali. In questa dimensione, ovviamente, un giusto reddito degli agricoltori e un giusto prezzo per i consumatori per ciò che andranno ad acquistare”.

“Al governo italiano, innanzitutto chiediamo anche rispetto proprio alle scelte che dovranno essere definite nella futura Commissione, di avere quel giusto riconoscimento che l’Italia deve avere in termini di attribuzione delle deleghe. È evidente che oggi se non arriveremo ad avere un sistema fiscale comune o addirittura un tema legato al lavoro in comune in tutta Europa (oggi, attraverso gli aiuti di Stato, alcuni Paesi dell’Europa corrono più di altri) non ce lo possiamo permettere. L’Europa o è un condominio o è una casa comune. Noi siamo per la casa comune. Quindi innanzitutto chiediamo al nostro Governo di far sì che l’Europa torni a discutere di temi comuni, di interesse comune. E poi ovviamente insieme al Governo costruire una legge di bilancio in grado di dare certezze garanzie al settore primario che ricordo che in questo momento è il primo comparto dell’economia del Paese. Dal campo alla tavola il settore agroindustriale, l’agribusiness è il primo settore in termini di produzione di PIL, con quasi 580 milioni miliardi di euro e quasi 4 milioni di addetti”.