Garantire allo stesso tempo la sicurezza alimentare e la massima attenzione all'ambiente. Sono questi i temi centrali del convegno organizzato presso l'ambasciata del Brasile in Italia, a Roma, intitolato "Dialogo sull'agricoltura sostenibile: la scienza per alimentare il mondo", che ha visto partecipare diversi stakeholder brasiliani e italiani.
Spesso il paese sudamericano è associato, nell'opinione pubblica, a pratiche agricole poco sostenibili che puntano a produzioni intensivi e a discapito della natura del paese, Amazzonia compresa. La realtà è ben diversa, visto che, come sottolineato durante l'incontro, il Brasile ha ben il 66% del territorio completamente naturale, il 33% dedicato a pascoli e agricoltura e solo l'1% per la produzione di etanolo. Nel XXI secolo è cresciuta una particolare sensibilità nei confronti dell'impatto ambientale, sia nel comparto agricolo che in quello zootecnico. Pur avendo una legislazione meno rigida rispetto agli standard europei, negli ultimi 10 anni è stato attuato un programma, ABC, per accrescere la sostenibilità produttiva, che non è solo ambientale, ma anche sociale ed economica.
L'agricoltura brasiliana è composta da 5,1 milioni di proprietà rurali. Di queste, l'80% sono piccoli proprietari e il 77% sono a conduzione familiare. Queste proprietà rurali sono molto attente alla sostenibilità perché il nostro Codice Forestale impone la riserva legale e il ripristino delle foreste all'interno di ogni proprietà. In base alla regione o al bioma brasiliano. Per fare un esempio, alcune proprietà devono preservare l'80% della loro intera proprietà senza modificare il paesaggio.
Allo stesso tempo, proprio per le caratteristiche climatiche del paese, è possibile avere 3 raccolti sulla stessa superficie, incluso quello energetico, tutto attraverso le tecnologie.
TUTTE LE VIDEOINTERVISTE