Agricolae TV27/10/2023 12:20

BuyFood, Del Bravo (Ismea): cresce valore ed export delle Ig, ma clima incide negativamente. VIDEOINTERVISTA

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“La Toscana si caratterizza per 90 indicazioni geografiche, di cui 32 riguardano il food, le restanti, le più numerose, sono quelle del vino.” – enumera i diversi primati nel mondo delle eccellenze agroalimentari il dirigente ISMEA Fabio del Bravo, tra i relatori della 5° edizione di BuyFood Toscana su DOP e IGP regionali a Firenze.

“Per quanto riguarda i trend di queste produzioni, abbiamo una crescita negli ultimi 5 anni del valore delle produzioni a indicazione geografica del food del 37% contro una media nazionale del 14%, quindi c'è una crescita più che doppia. Questo differenziale viene ulteriormente stressato se pensiamo all'export, sempre dell'indicazione geografica del food, che è cresciuto, siamo a circa 91 milioni, che è cresciuto del 71% contro un 24% della media nazionale. Quindi c'è questa dinamica molto interessante di crescita delle indicazioni geografiche. Di contro, come dicevo, c'è una grossa concentrazione di gran parte del valore in un numero piuttosto limitato di riconoscimenti, indicazioni geografiche, che è un po' la caratteristica anche a livello nazionale.

Quindi secondo me c'è bisogno di, laddove ci sono le potenzialità, riconoscerle e metterci un po' di sforzo per garantire l'abbrivio di queste produzioni e l'espressione della loro potenzialità, sia in termini di valore prodotto, sia se possibile, ma questo evento è un'iniziativa che sicuramente va in quel senso, il valore all'export. Per quanto riguarda il valore prodotto c’è un problema di “droga” del dato, perché da un lato c'è il tema dell'inflazione e dall'altro c'è il tema dei cambiamenti climatici, che sta influenzando proprio il valore aggiunto dell'agricoltura a livello nazionale.

L'agricoltura a livello nazionale ha perso posizioni, il valore aggiunto a livello europeo ha perso posizioni perché negli ultimi anni c'è un declino del valore aggiunto, in grossa parte attribuibile ai propri problemi produttivi conseguenti al clima avverso, quindi pensiamo allo stesso vino quest'anno, pensiamo ai vigneti, all'olio, quest'anno c'è un po' di ripresa, ma soprattutto il sud, ma sono anni che siamo ben sotto le 300.000 tonnellate, che era un po' il 300-350.000 tonnellate che era il benchmark di riferimento, pensiamo alla frutta, le pere sono quasi sparite, se andiamo a vedere la qualità del frumento, quest'anno è pessima perché ci sono state le piogge durante la primavera, l'anno scorso abbiamo avuto la siccità… quindi se andiamo a vedere effettivamente questo del clima è davvero un elemento che ormai è diventato dirimente, non solo per le produzioni a indicazione geografica, ma per tutta la produzione nazionale.”

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