Cia, intervista a Fini: saranno anni caratterizzati da compattezza, unità, dialogo e confronto. Ecco i temi prioritari da affrontare

E’ Cristiano Fini il nuovo presidente della Cia-agricoltori italiani che guiderà l’organizzazione agricola di via Mariano Fortuny nel complesso quadro economico e sociale che il Paese sta vivendo.

“Sicuramente sarà una Cia che farà della compattezza e dell’unità, del dialogo e del confronto con tutte le istituzioni e le forze sociali del Paese un carattere distintivo per i prossimi anni. Una confederazione che punterà alla centralità dei territori e una Cia che metterà in campo la rivendicazione e la proposta per l’interesse degli agricoltori associati. Ma anche una Cia più unità al suo interno”, spiega ad AGRICOLAE Fini.

Molti i temi urgenti su cui il nuovo presidente della Cia intende mettere le mani. In primis quello della Fauna selvatica, ormai fuori controllo:

“sicuramente il tema della fauna selvatica sta creando grandissimi problemi agli agricoltori e questo contesto molto difficile viene aggravato dalla peste suina africana che viene trasmessa dai cinghiali e sulla quale non si stanno prendendo i dovuti provvedimenti”, prosegue. “Si è perso troppo tempo e le misure fin qui adottate non sono state assolutamente sufficienti. Ora bisogna prendere dei provvedimenti di carattere nazionale da poter calare sulle regioni e limitare così il più possibile i danni provocati”.

Altro tema è quello della distribuzione del reddito lungo la filiera:

“occorre costruire patti di sistema con la trasformazione, la distribuzione e soprattutto i cittadini consumatori per rimettere al centro delle filiere il settore Primario. Fondamentale per il sostentamento di tutta la filiera e per la tenuta sociale del Paese”, precisa. “Se chiudono le aziende agricole, chiudono le filiere e chiude il made in Italy agroalimentare”.

I rincari energetici e della materie prime creano una variabile economica che mette in difficoltà il Paese:

“lavoreremo per trovare soluzioni ai rincari energetici e delle materie prime che stanno mettendo in ginocchio alcune filiere tra cui quelle zootecnica e ortofrutticola. Rincari che si vanno a sovrapporre ad altri preesistenti problemi strutturali della filiera”.

Poi il tema della manodopera:

“purtroppo non c’è reperibilità di manodopera in agricoltura”, spiega Fini. “Abbiamo per questo fortemente richiesto l’emanazione di un nuovo decreto Flussi per la regolarizzazione di operatori stranieri presenti sul territorio nazionale”.

Ma una questione da affrontare senza indugi resta quella dei cambiamenti climatici:

“i cambiamenti climatici stanno penalizzando fortemente la produttività delle aziende agricole e conseguentemente minando il reddito. Vogliamo mettere in campo gli strumenti necessari che solo la ricerca e l’innovazione possono dare. Per questo occorre – prosegue il nuovo numero uno della Cia – investire ulteriormente in ricerca, e non solo attraverso lo stanziamento di risorse ma anche attraverso politiche che ne favoriscano lo sviluppo”.

“La Cia dei prossimi anni sarà la Cia del dialogo e del confronto”, chiude.

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