DAZI, COMAGRI CAMERA. TUTTE LE DICHIARAZIONI DI CONFARTIGIANATO, CNA, ICE E UIV

“Non nascondiamo una forte preoccupazione per le iniziative americane, con grandi rischi per il nostro made in Italy” dichiara, in comagri camera, Guido Radoani per Confartigianato.

“Il settore maggiormente colpito dai dazi è quello lattiero caseario che rappresenta da solo il 14,5% dei prodotti alimentari venduti negli USA, con un export di 312 milioni di euro. Siamo difatti il primo paese esportatore dell’Ue negli Stati Uniti per prodotti lattiero caseari, il che ci colloca al vertice ma al contempo ci penalizza molto” prosegue.

“La diretta conseguenza dei dazi è un calo inevitabile del pil nazionale, che scenderebbe di 0,2 punti nel 2020 e di 0,5 punti nel 2021. Uno scenario estremante preoccupante, che colpisce un settore che conta circa 89.000 imprese. Quello dei dazi è un provvedimento che andrebbe a colpire non solo gli allevatori ma l’intera filiera, con ripercussioni su tutta la nostra economia ed il rischio concreto che le nostre imprese subiscano delle perdite quantificate in circa 1 miliardo di euro, vedendo fortemente indebolita la loro offerta verso gli Usa” conclude Confartigianato.

“La questione dazi sottolinea come il tema delle politiche commerciali sia un elemento estremante importante sullo scenario internazionale. Dobbiamo quindi come paese porre estrema attenzione e partecipare ai tavoli negoziali in sede Ue per lavorare su queste tematiche” sostiene Antonio Franceschini di Cna.

“È importante sostenere gli accordi di libero scambio con paesi terzi, così da consolidare e rafforzare le possibilità di export. Chiediamo poi di lavorare per implementare la misura di promozione dei prodotti agroalimentari negli Usa, e poiché i dazi sono passibili di revisione chiediamo di agire anche in tal senso, cercando di ottenere una certa considerazione presso l’amministrazione americana” conclude Franceschini per la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa.

“Nel 2018 le esportazioni italiane di beni hanno raggiunto 463 miliardi di euro. Nei primi otto mesi del 2019 le esportazioni sono cresciute del 2,6% e, guardando nello specifico, l’export negli Stati Uniti è cresciuto del 6% e quello del settore agroalimentare del 5,4%. Per questo motivo la questione dazi è un temporale a ciel sereno, attestandosi in un momento in cui le esportazioni italiane avevano il vento in poppa” dichiara Carlo Ferro, presidente Ice.

“Sostenere sui mercato esteri le eccellenze del Made in Italy, la qualità e l’innovazione è fondamentale per la crescita del paese, lo sviluppo del territorio e l’occupazione. Abbiamo rafforzato perciò le attività di promozione per espandere le opportunità di esportazione, lavorando anche per aumentare il numero degli esportatori, aumentare il numero di mercati ed accrescere la collaborazione di filiera” prosegue.

“Per garantire una maggiore presenza dell’Ice sul territorio e accompagnare verso una più forte internazionalizzazione le piccole imprese, abbiamo avviato dei desk regionali, quali punti di riferimento locale per le imprese.

Lo scorso 18 ottobre abbiamo poi annunciato misure straordinarie a supporto delle imprese operanti nel settore agroalimentare, e prevalentemente nei comparti colpiti dai dazi, con uno stanziamento aggiuntivo di 12 milioni di euro” spiega Ferro.

“Il piano d’azione di Ice vedrà l’agenzia impegnata in azioni promozionali sul mercato statunitense, eventi di promozioni diretta e formazione. Per quelle aziende particolarmente colpite dai dazi americani ci si volgerà poi ad azioni di sviluppo su mercati diversi, con ulteriori prospettive di sviluppo dell’export nazionale” conclude il presidente dell’Ice

“Il mercato americano rappresenta il mercato in assoluto più importante per il vino italiano, rappresentando oggi circa 1,5 miliardi di export per le nostre imprese. Un quarto del vino italiano viene dunque esportato negli Stati Uniti, confermandoci leader in questo settore” ricorda Nicola Tinelli dell’Unione Italiana Vini.

“La vicenda dazi ci ha visti coinvolti fin dall’inizio, anche se per ora non siamo ancora stati colpiti dalla loro imposizione.

Dobbiamo però mantenere alta l’attenzione su questo dossier e alta la pressione sulla commissione europea affinché non si interrompano i negoziati e il dialogo con gli Usa, considerando che la lista dei dazi è in continuo aggiornamento” prosegue Tinelli.

“Occorre poi promuovere una descalation delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti, considerando che l’Ue avrà ad aprile una contromisura, con la possibilità di andare a colpire tutta una serie di prodotti americani.

Oggi i primi cinque mercati di destinazione del vino italiano rappresentano il 65% del nostro export, abbiamo dunque necessità di aprire nuovi mercati facendo più promozione nei paesi terzi” conclude l’UIV.