Parola ai Presidenti31/12/2023 19:25

Editoriale 2023, Cristiano Fini: fondamentale fare squadra fra istituzioni e associazioni agricole contro attacchi potenti lobby

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In questo 2023 l’agricoltura italiana - pure colpita da una crisi che per tre anni consecutivi ne ha minacciato le capacità di tenuta – ha continuato, tuttavia, a resistere agli ostacoli e alle calamità che l’hanno puntellata. Noi di Cia-Agricoltori Italiani vogliamo, dunque, come bilancio di fine anno, ribadire con ottimismo quella voglia di reagire e alzare la testa che caratterizza da sempre tutti i nostri imprenditori. D’altronde, l’agricoltura ha sempre dimostrato capacità uniche di resistenza, reazione e adattamento. In questo 2023 sono stati 3 i grandi eventi in cui la nostra organizzazione ha portato alla luce i suoi temi cardine e rimettere la varietà delle nostre tante “agricolture al centro” del Paese: la IX conferenza economica, la grande manifestazione a Roma con lo slogan “Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri” e l’Assemblea nazionale.

In queste importanti occasioni, Cia si è candidata come interlocutore privilegiato delle istituzioni per la definizione di un Piano agricolo nazionale in grado di invertire la rotta, collocando finalmente il settore primario tra i protagonisti della filiera agroalimentare. In tutti e 3 gli eventi, abbiamo ribadito come serva al mondo rurale un approccio sistemico e normativo immediato e semplificato. Abbiamo, inoltre, proposto diversi piani di intervento: dall’accrescimento del peso economico dell’agricoltore all’interno della filiera, alla valorizzazione del suo ruolo di presidio ambientale, anche a salvaguardia delle aree interne a rischio spopolamento, alla lotta alla distruttiva fauna selvatica e al tema dei grandi invasi per raccogliere l’acqua e combattere così i periodi siccitosi. Cia ha, inoltre, voluto ricordare al Paese che per continuare a produrre cibo fresco e sano le nostre aziende dovranno utilizzare in futuro le risorse messe in campo dalla scienza, ma per fare di più e meglio, si dovrà anche poter contare sui grandi investimenti in ricerca e innovazione, attraverso un piano serio e concreto che implementi la digitalizzazione delle campagne. Senza dimenticare l’importanza della crescita dell'export agroalimentare made in Italy, che deve però sempre assicurare la reciprocità delle regole commerciali, lato import.

In ambito Ue, manteniamo sempre la guardia alta e condividiamo la volontà istituzionale di disegnare un nuovo modello di sviluppo più sostenibile dell’agricoltura europea. Ma, per adesso, il tanto decantato protagonismo degli agricoltori che sembrava dovesse essere al centro del Green Deal, ci sembra sia rimasto fermo alla vuota retorica di certi discorsi politici. E’ stato, infatti, sostituito da una serie di proposte legislative problematiche, dagli imballaggi al taglio dei fitofarmaci, con una deriva eccessiva di gran parte del Parlamento Ue verso posizioni ideologiche che colpevolizzano ingiustamente il settore primario. Ora è necessario un cambio di rotta da parte dell’Europa, tanto più viste le elezioni alle porte, per rispondere alle richieste congiunturali del mondo agricolo e, in prospettiva, per delineare un futuro che consenta la sopravvivenza della produzione europea, redditi dignitosi, mantenimento e crescita delle aree rurali, sostenibilità economica, ambientale e sociale.

E’, quindi, fondamentale fare squadra fra istituzioni, associazioni agricole e tutto il sistema dell’agroindustria per respingere gli attacchi che arrivano da alcune potenti lobby, opponendoci alle fake news che danneggiano soprattutto la zootecnia, col risultato di incentivare sempre più la sostituzione di queste carni con la promozione dei cibi realizzati in laboratorio. Bisogna anche ragionare su una nuova struttura della Pac, che non dovrà essere l’unica politica a rispondere alle esigenze del settore e, soprattutto, alle sfide della transizione verde. In più, occorre tenere conto dello scenario politico internazionale: considerato il ruolo strategico per l’Ue di mantenere la sufficienza alimentare e la sicurezza energetica, il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) dovrà essere in linea con tali ambizioni. Per questo, è importante lavorare affinché il futuro Commissario europeo all’Agricoltura abbia un peso politico importante e sia in grado di costruire consenso sui dossier più caldi e favorire l’intesa tra tutti gli Stati membri. Nei prossimi mesi ci impegneremo, infine, all’accelerazione in Europa del processo legislativo sulle nuove tecniche genomiche, determinanti per lo sviluppo di un sistema agroalimentare sostenibile. Le moderne biotecnologie renderanno le piante più resistenti, con il risultato di un aumento delle rese, della riduzione dei prodotti chimici e del risparmio di risorse idriche.

Cristiano Fini

Presidente di Cia - agricoltori italiani

 

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