Parola ai Presidenti31/12/2023 19:15

Editoriale 2023, Ettore Prandini: chi ci chiama oscurantisti non ha capito nulla di noi. Abbiamo acceso la luce sul cibo. Storia ci darà ragione

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Più di 4 milioni di persone incontrate nei nostri Villaggi in giro per l'Italia. 64 miliardi di euro di export agroalimentare. Il Pnrr per l'agroalimentare aumentato da 5 a 8 miliardi di euro. Numeri che hanno dentro tanto lavoro che Coldiretti, in modo corale e con cultura di governo, ha svolto quest'anno.

E l'obiettivo del 2024 è lavorare sempre di più per il giusto reddito delle imprese agricole. Le sfide che ci aspettano saranno grandi e molto complicate.

Ed è chiaro a tutti ormai, e le guerre che circondano l’Europa, in primis quella in Ucraina, sono lì a dimostrarcelo, che un enorme veicolo di potere è rappresentato dall’alimentazione e dal controllo di essa.
Lo abbiamo capito più e meglio di chiunque altro e, per questo motivo, siamo stati coloro i quali hanno acceso la luce sul “cibo” prodotto in laboratorio su cui si riversano miliardi di investimenti da parte di pochi oligarchi.

È certamente questa una delle battaglie più importanti che abbiamo combattuto e che continueremo a combattere per evitare che si distrugga il legame ancestrale tra l’uomo e la terra e, con esso, intere economie e territori.

Non possiamo permetterci di delocalizzare dalla campagna al laboratorio la produzione di cibo.

Non possiamo permetterci di perdere la nostra biodiversità, la distintività dei nostri prodotti, il lavoro dei nostri agricoltori che erano, sono e saranno gli unici veri custodi dei territori. Noi siamo e saremo sempre contro l'omologazione.

Non possiamo permetterci di tradire la nostra storia accettando a scatola chiusa prodotti di cui non sappiamo assolutamente nulla. Né dal punto di vista ambientale, né dal punto di vista salutare.

Chi ci chiama oscurantisti non ha capito niente di noi. Ci sono innovazioni buone o cattive, o meglio applicazioni buone e cattive. La storia lo insegna. Ci siamo battuti contro gli Ogm e la storia ci ha dato ragione, ci siamo battuti per le TEA e la storia ci darà ragione. E ci darà ragione anche sui “cibi” prodotti in laboratorio.

Quello che sento di dire, con grande orgoglio, è che il 2023 è stato l’anno in cui, ancora una volta, la Coldiretti ha dimostrato di avere ben chiaro un progetto di sviluppo sociale ed economico in grado di abbracciare diversi settori della vita del Paese.

Una visione che mette al centro le persone, il lavoro dei nostri agricoltori e la fiducia che abbiamo il dovere di non tradire dei consumatori.
Fiducia testimoniata dai dati sull’export agroalimentare che si preannunciano i più alti di sempre nel 2023, segno di come ci sia fame e voglia di Made in Italy in tutto il mondo nonostante anche i ritardi infrastrutturali che il nostro Paese vive e che ci costano oltre 9 miliardi di euro l’anno.
Per questo motivo continueremo a lavorare per evitare che il valore della nostra produzione venga disperso nei mille rivoli burocratici che qualcuno in Europa, nel nome di un ottuso fondamentalismo ecologista, cerca di imporci.

Perché l’Europa, è bene ribadirlo, è il posto al mondo dove è più sostenibile produrre cibo e più sicuro consumarlo e pensiamo che questo sia un valore collettivo, un bene pubblico che va preservato. Il livello di sicurezza creato sul cibo in Europa, grazie ai sacrifici e al lavoro in primis dei nostri agricoltori, siamo convinti debba essere condiviso e per questo diciamo si alla sfida di abbattere le emissioni, ma chiediamo reciprocità con tutte le altre aree del pianeta che oggi hanno un impatto ambientale ben più ampio del nostro. Dal 1990 l'Italia ha ridotto del 23% le emissioni agricole, mentre in Brasile aumentano del 47%, in India +25%, negli Usa +7%.

Il cantiere Europa - EAT Europe, l’osservatorio Agromafie, la nuova Commissione, le TEA, l'etichettatura d'origine e quella nutrizionale, la nuova PAC, la digitalizzazione, gli accordi di libero scambio, il rilancio infrastrutturale e Pnrr, un piano pluriennale per allargare la comunità di lavoratori agricoli extracomunitari presenti in Italia sono solo alcune delle sfide che ci ritroveremo ad affrontare nei prossimi mesi. Il modello dei contratti di filiera da sviluppare per un equilibrio della distribuzione del valore e il contrasto alle pratiche commerciali sleali.

Per affermare la nostra visione diventa decisivo costruire con tutta la politica, maggioranza e opposizione, un fronte, prima di tutto europeo, che abbia come obiettivo quello di difendere la produzione agricola e agroalimentare italiana come veicolo non solo economico, ma anche culturale, ambientale e sociale, perché fondamentale per la tenuta dei nostri territori.

Con la certezza che Coldiretti continuerà a rappresentare la forza amica del Paese, auguro a tutta la redazione e a tutti i lettori di Agricolae un felice 2024.

Ettore Prandini

Presidente nazionale della Coldiretti

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