Parola ai Presidenti31/12/2023 18:50

Editoriale 2023, Luigi D’Eramo: dialogo e concretezza per raggiungere obiettivi comuni

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Concretezza e ascolto. Sono stati i principi alla base delle nostre azioni di governo nel 2023 e lo saranno anche nel 2024.

Anno dopo anno aumenta la consapevolezza di quanto l’agroalimentare rappresenti un asset strategico del nostro paese e di come la qualità del cibo si traduca nella qualità del nostro modo di vivere, nella nostra storia e tradizioni. Il risultato è la nostra cucina, amata e premiata a livello mondiale e che abbiamo candidato a patrimonio immateriale Unesco, e nei prossimi mesi continuerà l’impegno per conseguire questo riconoscimento.

Non solo preziosa ricchezza economica e benessere alimentare, il settore Primario ha anche il merito di essere stato un collante fra le diverse forze politiche. Salvo pochi distinguo, il Sistema Italia ha dato prova di grande coesione su temi importanti e proprio perché è stato unito è stato più forte, anche in Europa.

È successo per il Nutriscore, che sembrava una battaglia persa e che invece abbiamo vinto. Allo stesso modo l’impegno dell’Italia per etichettature più chiare e trasparenti è stato determinante per ottenere significative modifiche anche alla nuova direttiva breakfast votata a larga maggioranza dal Parlamento europeo e che potrà così contribuire a tutelare i nostri produttori, in primis quelli di miele. E in questi mesi sono stati molti altri i provvedimenti sui quali l’Italia ha fatto sentire la propria voce con l’obiettivo di far prevalere il buonsenso.

Perché il fanatismo green non si traduce in maggiore sostenibilità. Rischia solo di distruggere interi comparti produttivi a favore di paesi extra Ue che non hanno certo le percentuali di emissioni dell’Europa, non rispettano le stesse regole e non sono sottoposti agli stessi vincoli. L’aspetto ambientale non può essere separato da quello economico e sociale.

Anche grazie alla forza di un Governo scelto dai cittadini, il nostro Paese può ora contribuire a cambiare rotta in Ue.

Nel 2023 siamo stati i primi ad aver detto con decisione no agli alimenti prodotti in laboratorio e siamo certi che altri seguiranno il nostro esempio come già accaduto in Francia con la proposta di legge che ricalca quella italiana. Cercando di stravolgere la produzione mondiale di cibo non si punta al bene di molti, ma agli interessi di pochi, che vorrebbero trasformare il cibo sintetico in un business miliardario. Con coraggio abbiamo detto no, perché siamo convinti che vada tutelato il legame millenario fra il cibo e la terra e perché troppe sono le incognite che riguardano gli effetti sulla salute e sulla sicurezza alimentare.

Noi siamo stati e resteremo sempre dalla parte degli agricoltori, allevatori e pescatori italiani. Pronti a difendere la ricchezza della nostra biodiversità che probabilmente altri ci invidiano e l’altissima qualità dei nostri alimenti. Nel mondo c’è sempre più fame e sete di Made in Italy e il 2023 farà segnare un nuovo record delle esportazioni.

Fra gli obiettivi c’è quello di riuscire ad aumentare la produzione ma con un sempre miglior utilizzo delle risorse a disposizione, a partire dall’acqua. L’anno che sta per chiudersi è stato dapprima caratterizzato da una siccità senza precedenti a cui sono seguite alluvioni, allagamenti e frane che hanno colpito diverse regioni italiane e messo in ginocchio l’Emilia Romagna. Nel 2024 proseguirà il lavoro per potenziare le infrastrutture, che sono alla base dello sviluppo di molte zone, e in particolare delle aree rurali montane. Le nostre aree interne sono una risorsa preziosa che va salvata dallo spettro dello spopolamento. Molti prodotti tipici, sebbene siano vere e proprie eccellenze, faticano ancora a farsi conoscere, mentre potrebbero trainare la crescita economica dei territori contribuendo anche a sviluppare il turismo.

L’Italia si è mostrata all’avanguardia anche sulle Tea.

Tutti puntiamo a ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari nei campi, ma gli obiettivi devono essere realistici e gli agricoltori devono poter avere delle efficaci alternative, per non essere lasciati soli a fronteggiare le conseguenze disastrose delle fitopatie. Basti pensare a quanto è costata la peronospora al settore vitivinicolo.

Il 2023 è stato un anno in cui si è dato grande impulso al biologico, una filiera in cui l’Italia è leader in Europa e nel mondo e che grazie ai numerosi provvedimenti approvati in questi mesi, da ultimo l’adozione del nuovo Piano d’azione nazionale, potrà ulteriormente crescere, non solo in termini di superficie e di operatori, ma anche di consumi. Per questo nel 2024 puntiamo ad accelerare i passaggi necessari per realizzare il Marchio biologico italiano, che sarà un ulteriore valore aggiunto, dentro e fuori i confini nazionali.

Tramite il dialogo e la concretezza in questi mesi abbiamo lavorato anche per cercare di risolvere in via definitiva questioni che da decenni incombono sull’agricoltura italiana.

L’obiettivo dei prossimi mesi è rendere sempre più centrale il settore Primario ed essere protagonisti in Ue perché abbia la meglio il buonsenso.

L’Italia e l’esempio virtuoso che rappresenta saranno un modello e un punto di riferimento da seguire.

Luigi D'Eramo

Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste

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