Parola ai Presidenti31/12/2023 19:34

Editoriale 2023, Luigi Scordamaglia: competitività e filiera le due parole chiave. Vince solo chi evolve fedele ai propri valori

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Un anno non semplice quello trascorso innanzitutto per un costo del denaro legato all’aumento dei tassi di interesse arrivato alle stelle che ha ridotto drasticamente i prestiti alle aziende soprattutto pmi (-6,7% record negativo assoluto), che ha fatto crollare i consumi alimentari del - 4,5% a volume mai visto prima, che ha bloccato gli investimenti delle aziende nel momento in cui serve invece la massima competitività che si raggiunge solo attraverso innovazione costante. Il fatto positivo più evidente è stata però l’effetto traino che sul Paese hanno ancora una volta avuto le nostre imprese manifatturiere con l’agro-alimentare in primis. Se l’Italia è ancora riconosciuta come modello globale è perché le nostre imprese, se comparate anche con quelle tedesche o francesi, hanno una capacità di creare valore anche in rapporto al debito generato,  superiori a chiunque. Solo questo consente di essere competitivi in un contesto sempre più complesso che prevede dal 1 gennaio di pagare l’energia il doppio delle imprese tedesche.

“Competitività”  è appunto la parola cardine che dovrà essere posta al centro del 2024. La necessità di contenere il nostro debito ci porterà sempre più a confrontarci con  un’assenza di risorse pubbliche rispetto al passato che obbligherà il decisori politico, ma anche noi organizzazione di rappresentanza, a fare delle scelte indirizzando le risorse verso chi le investe per produrre in maniera sempre più competitiva, verso chi digitalizza i propri processi,  verso chi investe in tecnologie innovative e sostenibili. Bisogna prendere atto che  è finita l’epoca delle risorse disponibili per tutti e che sempre più in futuro, anche se vogliamo difendere l’esistenza della Pac, dovranno andare verso chi genera valore vero non solo per se stessi ma per l’intera filiera.

“Filiera” altro termine centrale che non è più solo un concetto ma un modello, un elemento distintivo che consentirà di competere a livello nazionale e globale solo con una Supply chain consolidata che consentirà di disporre di prodotto quali quantitativamente adeguato in un contesto mondiale sempre più incerto, di garantire gli indispensabili passaggi generazionali con certezze di lungo termine e di rivedere le catene di fornitura globali accorciando le forniture con un processo di  friendshoring da noi già avviato nei Paesi vicini . Ed è a tutto questo che Fiera Italia ha puntato negli ultimi cinque anni trasformandosi da una lungimirante realtà di alleanza tra Coldiretti e le solo 10 aziende iniziali che l’hanno fondata ad una realtà di oltre 110 aziende del settore alimentare per oltre 70 miliardi di euro di fatturato alimentare complessivo,  a cui si sono unite sempre più catene della distribuzione (dopo Carrefour e CONAD l’ultima entrata e Crai) e campioni nazionali quali Eni,  Intesa e tante altre che hanno capito la leva strategica che per il Paese giocherà il settore agroalimentare italiano nei prossimi anni.

Insomma un 2024 impegnativo che consentirà di vincere solo a chi capisce l’importanza di evolvere ma fedele ai propri valori, a chi accetta che possa vincere solo chi identifica il proprio interesse con l’interesse dei propri fornitori e clienti e con quello più generale del Paese. Un anno in cui le partite principali si giocheranno a Bruxelles e che per tale motivo vedrà Filiera Italia e Coldiretti impegnate a realizzare nuove e più efficaci forme di rappresentanza a  Bruxelles  secondo il modello realizzato negli ultimi anni con successo e coraggio in Italia. Un grande augurio a tutti quindi per le sfide che ci attendono ed un grazie a quelli che parteciperanno convinti alla realizzazione di questi importanti obiettivi.

Luigi Scordamaglia

Amministratore delegato Filiera Italia

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