Parola ai Presidenti31/12/2023 19:09

Editoriale 2023, Paolo De Castro: tessere relazioni fra istituzioni e partner europei nell’interesse dell’Italia e del made in Italy.

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Si chiude un anno complicato a Bruxelles per il settore agroalimentare. Con un successo importante per l’Italia, grazie al nuovo Testo unico sulla qualità Ue, ma anche con importanti interventi grazie ai quali, al Parlamento europeo, abbiamo disinnescato rischi per i nostri agricoltori; problemi che potevano derivare dalle proposte della Commissione su fitofarmaci, emissioni industriali e ripristino della natura.
Il nuovo regolamento sulle Indicazioni geografiche (Ig), che mi ha visto impegnato personalmente come relatore, e sul quale in commissione Agricoltura abbiamo lavorato per oltre due anni, l’ottobre scorso ha incassato un importante compromesso che entro i primi mesi del 2024 metterà nero su bianco alla riforma di un sistema che, solo in Italia, vale circa 20 miliardi di euro.

Parliamo di un sistema strutturato da circa trent’anni, ma che necessitava di una profonda revisione alla luce degli innumerevoli riconoscimenti assegnati nel frattempo dall’Unione e, soprattutto, a un mercato di prodotti agricoli e alimentari, falsi o contraffatti, stimato ormai in 120 miliardi e che va contrastato nel rispetto dei produttori e dei consumatori. La riforma, per come è stata pensata e condivisa dai partner Ue, consentirà di coniugare sviluppo e sostenibilità, con elevati standard di qualità, ma anche all’insegna della semplificazione e di un ruolo più incisivo affidato ai consorzi di tutela.

La direttiva fitofarmaci messa sul tavolo dalla Commissione, che nel quadro del Green Deal prevedeva un taglio del 50% dei prodotti di sintesi chimica entro il 2030 senza una valida alternativa da offrire per la difesa delle colture, l’abbiamo rispedita al mittente ottenendo un rinvio al 2035. Analoga cosa abbiamo fatto con la direttiva emissioni che rischiava di mettere sul banco degli imputati gli allevamenti zootecnici, paragonandoli alle industrie produttrici di gas serra inquinanti e residui che si perpetuano nell’aria anche per mille anni. La transizione ecologica, ribadiamo e sottolineiamo, non si fa contro gli agricoltori e gli allevatori, ma d’intesa con loro e costruendo un progetto che accompagni il settore ai cambiamenti necessari!

Questi i traguardi raggiunti finora, anche se domani è un altro giorno. E il 2024, da parte nostra, si apre con l’impegno prioritario di rivedere il regolamento Imballaggi, facendo passare nei Triloghi la volontà, già espressa in Plenaria, di correggere l’impostazione della Commissione. Questo perché la proposta dell’esecutivo di fatto penalizza industria e agricoltori, puntando su una abolizione delle plastiche tout court per ridurre i rifiuti e salvaguardare l’ambiente, ma non al riciclo, possibile e sostenibile.

Fin qui siamo riusciti a salvare il settore vinicolo con l’esclusione del vino dal recupero delle bottiglie. Ma la partita decisiva si giocherà nei prossimi mesi al Trilogo fra Commissione, Consiglio e Parlamento. Battaglie importanti, sfide ambiziose andranno poi sostenute non solo per il vino, ma anche per un settore strategico come quello dell’ortofrutta, che nel 2023 è stato oltremodo martoriato da eventi climatici avversi. Chi lavorerà al Parlamento, anche in vista della prossima legislatura, avrà modo di toccare con mano l’importanza di tessere relazioni fra istituzioni e partner europei. Nell’interesse dell’Italia e del made in Italy.

Paolo De Castro

Eurodeputato ComAgri PE

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