Parola ai Presidenti31/12/2023 19:28

Editoriale 2023, Tommaso Battista: riteniamo fondamentale puntare con decisione sull’unione, aggregazione e confronto tra le parti

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Quello che si appresta a concludersi è stato un anno molto intenso e delicato per il Primario del nostro splendido Paese, che continua a dover fare i conti con i sempre più evidenti effetti del climate change e con la recrudescenza di fitopatie ed epizozie, ma anche e soprattutto per i nostri agricoltori, stretti nella morsa tra le problematiche ataviche che da anni frenano lo sviluppo del comparto e gli incrementi record dei costi di produzione e dell’energia, in parte rientrati negli ultimi mesi, che hanno affossato ulteriormente la già compromessa redditività del primario.

La manovra 2024, approvata al fotofinish alla Camera, ha scongiurato l’esercizio provvisorio, da cui sarebbero derivate ricadute pesantissime per il Paese in termini economici e soprattutto di credibilità, e ha restituito un po’ di attenzione al Primario del Paese. Proprio in ragione di ciò, abbiamo accolto favorevolmente l’impianto della manovra, con particolare riferimento al tanto atteso e richiesto taglio del cuneo fiscale, grazie al quale si libera maggiore liquidità a disposizione delle imprese e delle filiere produttive agricole, fondamentale per intervenire sul versante dell’innovazione e per far fronte, almeno in parte, agli incrementi dei costi di produzione poc’anzi richiamati.

Nell’auspicare che una simile meritoria iniziativa inerente al cuneo fiscale venga resa strutturale, riteniamo fondamentale continuare a prestare la massima attenzione all’evolversi della situazione globale, caratterizzata da diverse drammatiche crisi internazionali, che rischiano di innescare una pericolosa e sostenuta nuova ripresa dei prezzi dei prodotti energetici, con impatti negativi sugli investimenti e sulla crescita.

Proprio gli investimenti, infatti, sono il principale orizzonte cui guardano gli imprenditori agricoli, i quali non chiedono soltanto soluzioni tampone, ma anche e soprattutto misure che possano garantire loro la possibilità di innovare i processi e, di conseguenza, le produzioni, a beneficio della redditività, della salubrità del prodotto e della tutela dei consumatori.

A pesare sul Primario, però, è l’assenza nella manovra della proroga al 2024 dell’esonero contributivo per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali under 40, intervento fondamentale per favorire il tanto decantato ricambio generazionale, contribuendo a rendere il settore agricolo una scelta credibile per il futuro dei giovani, così come la mancata proroga dell’esenzione IRPEF per i redditi dominicali e agrari, che rappresenterebbe un concreto argine al graduale abbandono del comparto. Come Copagri, continueremo a lavorare anche nel 2024 per trasformare in realtà questi rilevanti obiettivi, che dovranno accompagnarsi al reperimento di maggiori risorse per sostenere concretamente l’agricoltura, insieme a una sempre più concreta azione di semplificazione e snellimento amministrativo e burocratico, conditio sine qua non per liberare il settore dai tanti lacci e lacciuoli che da anni ne frenano lo sviluppo.

È proprio per tali ragioni che dall’anno che verrà ci aspettiamo misure che diano nuova linfa all’agricoltura, agendo sul versante della liquidità e andando a semplificare l’accesso al credito a favore delle imprese agricole, continuando al contempo a lavorare per delle moratorie a favore dei produttori agricoli in difficoltà.

Oltre alla liquidità, il fine ultimo dell’operato di tutti i portatori di interesse deve essere quello di concorrere all’individuazione e alla messa in campo di misure strutturali che possano evitare il ripetersi delle situazioni che negli ultimi anni hanno inciso sensibilmente, erodendola, sulla redditività del Primario; in altre parole, servono interventi che possano contribuire a mitigare i drammatici effetti del cambiamento climatico, siccità in primis, agendo quindi sulla rete infrastrutturale e idrica di un Paese che sconta una gravissima dispersione di tale risorsa, causata da una rete colabrodo con perdite medie del 40-50% e con una scarsissima manutenzione, e avviando un serio ragionamento sull’utilizzo dei dissalatori, grazie ai quali recuperare, a costi relativamente contenuti, ingenti quantitativi di acqua da destinare all’uso potabile, liberando di conseguenza risorsa idrica a uso irriguo, sulla falsa riga di quanto già accade in moltissimi altri paesi.

Sotto altro versante, riteniamo fondamentale che si continui a puntare con decisione sull’unione, sull’aggregazione e sul confronto tra le parti, ma anche sulla ricerca e sull’innovazione, mettendo a frutto le enormi potenzialità che potrebbero derivare dall’applicazione delle nuove tecnologie, a partire dal fondamentale e atteso via libera, arrivato proprio nel 2023, alla sperimentazione in campo delle Tecniche di Evoluzione Assistita-TEA, grazie alle quali si potranno ottenere produzioni vegetali in grado di rispondere in maniera adeguata alla scarsità idrica e a stress ambientali e biotici di particolare intensità, contribuendo a raggiungere la tanto decantata rivoluzione green e a produrre utilizzando minori quantità di carburanti, fertilizzanti e agrofarmaci.

Da questo punto di vista, riteniamo infatti che i tempi siano finalmente maturi per affrontare nuove sfide che possano aiutare il Primario a coniugare gli impegnativi orientamenti comunitari in materia di sostenibilità ambientale con quella economica.

Nuove sfide che, allargando lo sguardo sul versante comunitario, potranno beneficiare dei contenuti e delle innovazioni della PAC e soprattutto delle ingenti risorse provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR, a proposito del quale resta fondamentale procedere con la massima sollecitudine così da concludere tutte le misure previste entro i termini indicati, ovvero la fine del 2026, e plasmare l’agricoltura del futuro, accompagnando le imprese verso un rilancio strutturato che punti fortemente sulla riduzione del carico burocratico e amministrativo.

Sempre a proposito di PNRR, nel ribadire il nostro grande apprezzamento per l’incremento, fortemente sollecitato dalla Copagri, delle risorse destinate ai Contratti di filiera e di distretto, nonché per gli interventi sul versante delle agroenergie, riteniamo prioritario continuare a monitorare e attenzionare l’andamento dei tassi di interesse, il cui aumento, come accaduto negli ultimi mesi, rischia non solo di avere un impatto negativo sulla domanda e sugli investimenti, ma anche di frenare il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Piano, minando il fondamentale apporto dell’agricoltura in termini di transizioni energetica e ambientale del Paese. Quello del costo del denaro, infatti, è un tema che complica non poco la disponibilità di fondi da parte del sistema bancario, mettendo di conseguenza a repentaglio la cantierabilità di numerosi progetti del PNRR.

Restando sul versante comunitario, vale la pena di ricordare i positivi risultati ottenuti nel 2023 grazie all’azione coesa del sistema Paese, con la quale sono arrivati rilevanti correttivi alla proposta di Regolamento UE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, ma soprattutto alla Direttiva sulle emissioni industriali, che intendeva equiparare gli allevamenti bovini, a livello di inquinamento e di emissioni in atmosfera, alle grandi industrie comunitarie, con una evidente e drammatica serie di risvolti negativi per le nostre imprese.

La stessa coesione andrà mantenuta e rafforzata nel 2024, che sarà un anno decisivo per diversi dossier sui quali si giocherà il futuro del Primario nazionale, quali ad esempio la proposta legislativa sull’inquadramento delle nuove tecniche genomiche, come la mutagenesi mirata o la cisgenesi, nell’ordinamento dell’Unione Europea, e la proposta di regolamento che prevede la riduzione fino al 50% dell’utilizzo degli agrofarmaci, che avrebbe ripercussioni drammatiche sull’agricoltura, andando a ridimensionare sensibilmente diverse filiere produttive.

Da parte nostra, continueremo a metterci lo stesso impegno ed entusiasmo che ci ha sempre contraddistinto, lavorando per dare gambe al nuovo corso della Confederazione Produttori Agricoli, avviato proprio nel 2023 con il VI Congresso Nazionale che ha portato al rinnovo dei vertici confederali e di gran parte degli organi dirigenti. Proprio in tale ambito, infatti, è stato tracciato il solco delle numerose sfide che caratterizzeranno i prossimi anni di attività della Copagri, a partire dalla grande attenzione alla multifunzionalità e al ricambio generazionale, da intendersi quali vere e proprie chiavi di volta dello sviluppo e della crescita della nostra bellissima e insostituibile agricoltura.

Tommaso Battista

presidente Copagri Nazionale

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