Inchieste20/05/2024 10:46

FoodPower, dalle cene ‘bilaterali’ blindate tra Conte e Macron di cui scriveva Ciriaco su Repubblica a quelle che Talleyrand chiedeva a Napoleone per chiudere le guerre

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Diplomazìa s. f. [dal fr. diplomatie, der. di diplôme «diploma»]. – 1. L’arte di trattare, per conto dello stato, affari di politica internazionale. Più concretam., l’insieme dei procedimenti attraverso i quali uno stato mantiene le normali relazioni con altri soggetti di diritto internazionale (stati esteri e altri enti aventi personalità internazionale), al fine di attenuare e risolvere eventuali contrasti di interessi e di favorire la reciproca collaborazione per il soddisfacimento di comuni bisogni.

Così viene definita dalla Treccani la diplomazia aggiungendo gli aggettivi "tatto, finezza, abilità nella trattazione di affari delicati e che richiedono prudenza, o anche nelle relazioni tra persona e persona".

E molto spesso, il campo dove si gioca per vedere chi sa ottenere il più possibile tramite l'arte della diplomazia, è proprio la tavola.

A scrivere dell’importanza dei pasti collettivi durante gli incontri tra ambasciatori di poleis rivali, al fine di stabilire un legame di solidarietà e vicinanza simile a quello dell’ambito familiare era già Aristotele, autore degli otto volumi che contengono la "Politica" Τά πολιτικά opera dedicata all'amministrazione della polis.

Molto tempo più tardi il ministro degli Esteri francese Charles Maurice de Talleyrand (chiamato "Lo stregone della diplomazia" che fu con Metternich, il "regista" del Congresso di Vienna) diceva a Napoleone “datemi un buon cuoco e vi darò un buon trattato”. Consapevole come le prelibatezze della cucina francese potessero costituire un dettaglio fondamentale al fine di conseguire successi diplomatici e rafforzare le relazioni tra i governi europei a vantaggio della Francia di inizio Ottocento. Talleyrand fu l'autore dell'art. VI della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, che predispondeva l'uguaglianza di tutti i cittadini innanzi alla legge nonché il principio che la legge è espressione della volontà generale.

Di "conviviali piaceri" parlava anche Nicolo Machiavelli, considerato il fondatore della moderna scienza politica che mirava già allora nel suo Trittico di opere a un'Italia costituita in uno Stato unitario e indipendente.

In tempi più recenti - come scriveva Tommaso Ciriaco per Repubblica il 26 giugno 2018 - l'allora premier Giuseppe Conte organizzava una "cena segreta" al ristorante "Pierluigi" che valeva quanto un bilaterale.

"Il più misterioso, blindato, anomalo vertice bilaterale della storia recente della diplomazia", scriveva Ciriaco riferito alla cena. Si parlava della questione relativa alla nave Lifeline e alla risoluzione che il governo Conte avrebbe presentato alle Camere sulla redistribuzione dei centri di accoglienza. L'altro commensale era Emanuel Macron.

https://www.repubblica.it/esteri/2018/06/26/news/telefonate_e_cene_segrete_cosi_conte_cede_a_berlino_e_parigi-301063057/

D'altronde, non è un caso che ci siano degli uffici preposti all'interno delle istituzioni di tutti i Paesi preposti a svolgere la funzione del "Cerimoniale".

Che una guerra si possa fermare con il Soft Power del food, lo sanno bene negli Stati Uniti che hanno predisposto un corso di laurea all'Università di Washington - guidato da Johanna Mendelson - per insegnare ai prossimi diplomatici come si possa risolvere un conflitto con una cena. Tanto che alla Casa Bianca da tempo opera uno staff di chef il cui compito è quello di mettere a proprio agio - dal punto di vista culinario - i leader stranieri in visita al presidente Usa.

In Usa studiano il Food come Soft Power per fermare le guerre con una cena. La Casa Bianca già lo usa. Così sono nate le Nazioni Unite

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