Forum Enpaia, Prandini: falso che inflazione dipenda da prodotti agroalimentari. Serve investire in ricerca e sviluppo
“I dati sono quelli su cui aprire una riflessione: nel 2022 danni per 6 miliardi, ripetuti probabilmente anche quest’anno. Cosa fare? Investire in ricerca, sviluppo, utilizzando le risorse del PNRR, perché innovando le filiere produttive significa preservare la fase di produzione, conquistando i mercati: tutto questo attraverso una visione strategica che eviti di agire in emergenza, ma programmando”.
Così Ettore Prandini, presidente Coldiretti, in occasione del Forum Enpaia 2023 organizzato a Roma.
“L’ottica che tutto l’aumento del costo dipenda dai prodotti agroalimentare è una falsità: sono altri i settori che influiscono sulla vita dei cittadini. Si parla troppo poco dell’aumento dei tassi di interesse o quella dei carburanti. L’aumento della spesa agroalimentare è minima rispetto a questo: i prezzi non dipendono dalla filiera produttiva: logistica e imballaggi influiscono molto. Congelare i prezzi significa pesare sull’agroalimentare, serve invece investire sui trasporti, come quelli su rotaia o sul mare. Riteniamo sbagliata la strada che ci vuole chiamati dal Governo per firmare un cartello per fermare per 3 mesi i prezzi.
Le risorse PNRR sono significative, più di 6 miliardi diretti sul settore: con fitto abbiamo spostato risorse sul Bando 5, che ha raggiunto quota 2 miliardi. Ci sono poi risorse per il ministero dell’Ambiente, con circa 1,5 miliardi. Serve un paese che vuole scommettere: a livello di qualità siamo leader mondiali, smettiamola di dire che siamo i più bravi in termini produttivi, perché non è vero. Altri paesi hanno avuto la lungimiranza di capire che le aziende dovevano essere sostenute, come la Francia, che ad esempio si muove come sistema paese e non a livello regionale. Serve poi immaginare una Cdp per la filiera agroalimentare, una Ismea evoluta. Infine dobbiamo puntare sull’agricoltura di precisione, ma serve investire sulle infrastrutture, altrimenti saremo limitati, perché così oggi, la filiera perde 9 miliardi”.