Genome Editing, mentre Italia accelera, arriva il no della Germania che lo equipara a OGM

L’Italia chiede di accelerare sulle autorizzazione al genome editing in agricoltura e sulle tecniche di evoluzione assistita, ma la Germania vuole fermare tutto. Doccia gelata in Europa, dove si attende per la prossima legislatura un’apertura verso le nuove tecnologie di miglioramento genetico in campo agricolo. Nel nostro paese il CREA, sta lavorando in laboratorio, ma attende una legge per poter testare sul campo tutte le piante studiate per rispondere alle attuali sfide legate al cambiamento climatico e al Farm to Fork, che prevede un taglio dei fitofarmaci fino al 65% entro il 2030.

Dal paese tedesco escono però pesanti perplessità che rischiano di minare il cammino normativo per la futura fase di commercializzazione: il ministero dell’Agricoltura tedesco, ha manifestato contrarietà contro la deregolamentazione di queste tecniche.

“Ci sono state richieste di deregolamentazione degli organismi NGT”, ha detto la scorsa settimana l’alto funzionario del ministero Silvia Bender a una conferenza scientifica. “Credo che questa conclusione sia troppo miope e non sia conforme alla mia comprensione della trasparenza”, ha affermato, sottolineando anche il fatto che l’UE “sta ancora cercando di trovare una posizione adeguata in merito”. Bender ha sottolineato l’importanza di salvaguardare la libertà di scelta di produttori, rivenditori e consumatori, ovvero assicurarsi che sappiano se stanno acquistando o commerciando un prodotto realizzato utilizzando NGT o meno. Per il funzionario, la trasparenza sui prodotti geneticamente modificati è anche una condizione per la coesistenza delle tecniche con il settore biologico e senza OGM, che deve essere in grado di risalire all’origine dei suoi prodotti e input.

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