Impresa Agricola, la nostra I.A. Il nuovo numero di CREAFUTURO. PAC, gli ecoschemi

L’ultimo numero di CREAfuturo è dedicato all’impresa agricola, tema di straordinaria attualità visto l’intenso dibattito che da mesi sta fervendo sullo status dell’agricoltore e sul suo reddito. A tale riguardo, ai microfoni di CREAIncontra il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida sottolinea le misure per le aziende contenute nel Decreto Agricoltura e coglie l’occasione per augurare buon lavoro al nuovo CdA del CREA .
Attraverso il centro dedicato, il CREA Politiche e Bioeconomia , i risultati delle ricerche e i nostri dati – primi tra tutti quelli dello straordinario patrimonio della Rica –  focus su com’è l’impresa agricola italiana oggi e in che modo si è evoluta nell’ultimo decennio. Come ha superato pandemia e guerra russo-ucraina? A fronte dei molteplici interventi di sviluppo rurale, , riesce ad usufruire dei relativi sostegni economici? Quali sono state le opzioni e le reazioni legate all’introduzione degli eco-schemi? Che opportunità ci sono per i giovani e le aree marginali? E non ultimo: in uno scenario così complesso, come sta cambiando il mercato del lavoro?

L’impegno del CREA per le imprese agricole, però, non si ferma all’aspetto economico…perché una cosa è certa – come sottolinea nel suo editoriale il prof. Andrea Rocchi, presidente CREA – qualunque sia la domanda relativa alle nostre imprese agricole, la parola “innovazione” è la risposta. Per questo, con il contributo degli altri Centri, sono evidenziate, settore per settore, le innumerevoli forme in cui la Ricerca può aiutare le aziende, soprattutto quelle micro, piccole e medie, vera ossatura del nostro sistema agroalimentare.

Assoluta novità introdotta nella programmazione 2023-2027 per incentivare gli agricoltori, anche nel I Pilastro, a dare contributo concreto per contrastare i cambiamenti climatici, tutelare l’ambiente, conservare i paesaggi e la biodiversità, rendendo in tal modo l’agricoltura più sostenibile. Scopriamo insieme ai ricercatori di Politiche e Bioeconomia cosa sono gli Eco-schemi.

La novità della Politica

I regimi ecologici, più comunemente noti come Eco-schemi, sono stati introdotti (novità assoluta della PAC 2023-2027) per rispondere alle sfide ambientali e di benessere animale definite dalla riforma post 2020 e successivamente richiamati anche in alcuni documenti strategici dell’Unione per una crescita Green (Green Deal, Strategia Farm to Fork, Strategia europea sulla biodiversità 2030, legge europea sul clima).

Rappresentano un elemento fondamentale della cosiddetta “Architettura verde della PAC 2023-2027”, da attuare in modo coerente e sinergico con gli altri due fondamentali elementi: la condizionalità rafforzata e gli interventi agro-climatico-ambientali (ACA) programmati nel II Pilastro (lo sviluppo rurale).

Gli Eco-schemi sono stati inseriti nel I Pilastro della PAC (pagamenti diretti) come strumento di “premialità”, volto a compensare gli agricoltori per l’assunzione di impegni volontari orientati alla sostenibilità climatica e ambientale, aggiuntivi a quelli già previsti dalla condizionalità rafforzata. 

La loro importanza nel quadro della riforma 2023-2027 risiede, anche, nella decisione comunitaria di fissare per la loro attuazione una dotazione minima del 25% delle risorse per i pagamenti diretti del I Pilastro (ring-fencing) che, in Italia, rappresenta un target di spesa di circa 874 milioni di euro annui, pari a una previsione di spesa di oltre 4 miliardi di euro per l’intera programmazione.

Gli Eco-schemi in Italia

All’interno del Piano Strategico della PAC 2023-2027, l’Italia ha previsto 5 regimi ecologici1.

Tabella – Eco-schemi previsti dal PSP 2023-2027
Fonte: elaborazione su dati PSP Italia 2023-2027 

L‘Eco-schema 1, il più importante in termini di dotazione finanziaria, rispetto al budget complessivamente destinato ai regimi ecologici, si rivolge al settore zootecnico e ha l’obiettivo di promuovere la riduzione dell’impiego di antibiotici negli allevamenti, migliorare il benessere animale attraverso la pratica del pascolamento, incentivare il sistema di allevamento estensivo, nonché incrementare la qualità e salubrità delle produzioni agroalimentari. È suddiviso in due livelli: il livello 1, che mira più espressamente alla riduzione dell’antimicrobico resistenza (AMR) e il livello 2 che, rispetto al primo livello, prevede l’impegno di aderire al Sistema Qualità Nazionale Benessere Animale (SQNBA) e a garantire il pascolamento degli animali.

L’Eco-schema 2, che interessa le superfici investite a colture arboree (frutteti, vigneti, oliveti, ecc.), mira a promuovere la riduzione dell’erosione dei suoli, a limitare la lisciviazione dei nutrienti, contribuendo a ridurre il potenziale inquinamento delle acque sotterranee, a mitigare i cambiamenti climatici, favorendo maggiori apporti unitari di sostanza organica nel suolo e, al contempo,  intende ridurre l’emissione di CO2, nonché limitare i rischi e gli impatti legati all’utilizzo degli erbicidi.

L’Eco-schema 3 si focalizza sulle superfici ad oliveto. É indirizzato a preservare e valorizzare gli aspetti paesaggistici e storici delle aree olivetate del nostro territorio, tutelandone le caratteristiche storico-tradizionali che contraddistinguono l’olivicoltura e il paesaggio ad essa associato di molte aree rurali italiane.

L’Eco-schema 4 ha per oggetto le superfici a seminativo e, attraverso la pratica dell’avvicendamento colturale prevista dagli impegni, concorre a preservare la fertilità dei suoli e la biodiversità, nonché a ridurre lo sviluppo di infestanti e l’insorgenza di patogeni, oltre a favorire l’apporto di matrici organiche al suolo e ridurre l’utilizzo di fertilizzanti.

Per ultimo, ma non per importanza strategica, l’Eco-schema 5, proposto sia per superfici con colture arboree sia per seminativi, con la finalità specifica di proteggere impollinatori e biodiversità. È finalizzata, infatti, a creare le condizioni favorevoli allo sviluppo degli insetti impollinatori, concorrendo al contempo all’obiettivo di invertirne la tendenza alla loro diminuzione. L’eco-schema promuove pratiche agro-ecologiche, quali la diffusione di colture a perdere, risorsa nutritiva per gli impollinatori, coniugata ad un uso sostenibile e ridotto della chimica.

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