Lavoro, Lollobrigida: nessun numero di vittime è sostenibile. Lavorare su formazione e controlli

“Porgo un ringraziamento ovviamente alla collega Calderone anche per quello che nel DL Agricoltura è contenuto sulla vicenda del caporalato, che ci ha permesso di anticipare alcuni provvedimenti normativi,io credo ampiamente condivisi dalle forze di rappresentanza sindacale, dalle forze datoriali, nel mondo dell’agricoltura in particolare. Ci permetterà di agire e di fare ancora un passo avanti verso quello che deve essere il punto di arrivo finale. Non c’è un numero di vittime di incidenti del lavoro sostenibile. C’è un numero che è sempre accompagnato dalla parola “troppo” a nostro avviso.”

Cosi il ministro Masaf Francesco Lollobrigida nel corso della cerimonia di commemorazione alla Camera delle vittime sul lavoro.

“Ringrazio la presenza dei consigli di amministrazione e dei presidenti dell’Inps e dell’Inail con la quale abbiamo collaborato anche in questi mesi tramite il Ministero del Lavoro, per aumentare i fondi di messa in sicurezza nel settore agricolo. Uno degli incidenti più classici che avviene è con l’utilizzo di macchine agricole come i trattori. La cosa più banale, forse anche evitabile non solo con innovazioni tecnologiche legate ai nuovi strumenti di lavoro, ma anche con la correzione di tanti strumenti di lavoro vetusti sulla quale stiamo lavorando per garantire la possibilità di evitare incidenti che purtroppo si stanno moltiplicando nel tempo a causa di una serie anche di congiunture sfavorevoli, ovviamente.

Non è mai giustificabile una questione di questa natura ma è connesso spesso con l’impoverimento di alcuni settori economici e con l’impossibilità di non rinnovare il parco macchine e quindi mettere ancora più a rischio la salute e di chi opera. Anche degli stessi imprenditori che a volte nel mondo agricolo lavorano personalmente in ambiti di questo tipo.

Abbiamo voluto inaugurare la nostra stagione di Governo con un decreto che è quello sulla condizionalità sociale. È ovvio che è un elemento accessorio, ma significativo. Un imprenditore che si definisce tale deve utilizzare forza lavoro regolare. Quando non lo fa, non può ricevere alcun beneficio di carattere economico sia sul piano nazionale che sul piano dei fondi legati alla parte europea.

Ogni tema della nostra società va trasversalmente legato in un’azione sinergica anche tra i ministeri. C’è un elemento di formazione, ad esempio in età scolastica, che deve essere fornito anche ai ragazzi per far comprendere quanto sia importante la sicurezza sul lavoro e mettere in sicurezza un luogo che è l’affermazione della dignità umana, prevista peraltro nell’articolo uno della nostra Costituzione.

In ultimo le azioni di questa natura io credo che servano a ricordare, ma soprattutto a segnalare magari come avverrà nelle nostre aule quotidianamente la necessità di proporre e di valutare quello che sta accadendo in quest’ambito. Stessa cosa abbiamo provato a fare al Ministero dell’Agricoltura, iniziò la collega Bellanova intitolando a Paola Clemente, vittima del lavoro in agricoltura l’intitolazione di una sala. La trasformeremo in una sala anche dedicata a Satman e a tutte le vittime del lavoro agricolo. Però l’abbinamento tra un lavoratore di origine straniera e una lavoratrice italiana vuole segnare un concetto che secondo noi deve essere molto forte e molto chiaro: non esiste un lavoratore di un’altra nazione e un lavoratore italiano, esiste un lavoratore solo. Va da questo punto di vista accomunato anche nel messaggio di carattere esterno.

Mi ha colpito molto la frase di Emma, la mamma di Luana D’Orazio: “Il corpo di mia figlia, era un gomitolo quando venne risucchiata dalla macchina”. Luana è morta. Non c’è possibilità di recuperare nulla per lei. C’è possibilità però che suo figlio, per esempio, possa essere accompagnato dallo Stato e da imprese anche private. In questo caso, il 1º maggio dello scorso anno volemmo dedicare a lei la principale corsa dell’ippodromo di Agnano, raccogliere fondi perché il figlio avesse una borsa di studio che potesse ricordargli che in questo percorso non è solo.”