Agricoltura28/07/2024 17:43

Lavoro, Uila: a Viterbo esempio di integrazione sociale e di contrasto al caporalato

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Roma - “Un’iniziativa semplice che nasce dall’impegno quotidiano della Uila sul territorio e che testimonia quanto basti poco per dare lezione di umanità e di inclusione sociale dei lavoratori migranti e, allo stesso tempo, lottare insieme contro il caporalato e lo sfruttamento. I lavoratori migranti sono fondamentali per il futuro dell’agricoltura ed è per questo che occorre intervenire sul fronte legislativo per sanare le distorsioni del decreto flussi che, di fatto, alimenta  l’illegalità”: cosi Enrica Mammucari segretaria generale della Uila e Alice Mocci segretaria nazionale con delega alle politiche migratorie commentano l’iniziativa della Uila territoriale di Viterbo “diamo un calcio allo sfruttamento dei braccianti” che ha visto confrontarsi la squadra di calcio Asfa-Uila, composta da lavoratori immigrati africani, contro la polisportiva Celleno.

“Per contrastare la grave piaga dello sfruttamento” dichiara Mammucari “occorre agire su più fronti, non basta Infatti la repressione a disinnescare questa bomba. Oltre a intensificare i controlli e condannare in modo esemplare chi commette reati, occorre attivare tutte le procedure previste dalla legge per consentire alle vittime di sfruttamento di essere tutelate contro il furto salariale, subito da tutti i lavoratori, sia italiani che stranieri, attraverso le “diffide accertative” da parte degli ispettori.

Per quanto riguarda i lavoratori stranieri occorre riconoscere loro i permessi previsti dagli artt.18 e 22 del Tuir e, inoltre, concedere dei permessi di soggiorno per ricerca temporanea di lavoro a chi e’ entrato nel nostro paese come lavoratore stagionale agricolo“

“Il governo” conclude Mammucari “affidi alla Bilateralità agricola un ruolo strategico in tema di politiche attive, mercato del lavoro, difesa della salute e sicurezza,  nonché per la promozione dell’integrazione dei lavoratori migranti, favorendo corsi di alfabetizzazione per la conoscenza sia  della lingua italiana che dei diritti e tutele. Gli enti bilaterali agricoli territoriali (Ebat) diventino lo strumento tecnico e operativo delle Sezioni territoriali della rete del Lavoro agricolo di qualità”.

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