Peste suina, Legacoop Agroalimentare: buon lavoro al commissario. Ora contenimento e indennizzi alle aziende

Interventi più incisivi e concreti per bloccare la diffusione della peste suina africana (Psa) prima che i danni al sistema economico siano incalcolabili. È quanto chiede Legacoop Agroalimentare a Giovanni Filippini nuovo Commissario Straordinario per la gestione dell’emergenza della Psa. «Auguriamo buon lavoro al neo commissario consapevoli che ha una sfida impegnativa di fronte: trovare misure di contenimento per non mettere a rischio l’export dei nostri salumi e delle nostre carni, in particolare i prodotti a denominazione. Se non si interviene il rischio è di provocare un enorme danno economico a tutta la filiera. La situazione del comparto suinicolo è critica», commenta il presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti. «Come Legacoop Agroalimentare diamo la nostra massima disponibilità a confrontarci e a collaborare per trovare soluzioni efficaci». Oltre a questo «devono essere previsti indennizzi per le aziende agricole colpite dalla Psa e costrette ad abbattere i loro capi».

Secondo il report Ismea il settore dei suini pesa per il 5,6% nella fase agricola, pari a 4,3 miliardi di euro. La filiera suinicola conta 420 aziende mangimistiche e 29mila allevamenti sia a ciclo chiuso, sia quelli a ciclo aperto che producono lattonzoli destinati all’ingrasso oppure capi da macello per la produzione di carne fresca. Oltre alle imprese di macellazione e porzionamento, le aziende di seconda trasformazione realizzano una produzione pari a 1,14 milioni tonnellate di salumi (esclusa bresaola) a fronte di un fatturato di quasi 9,1 miliardi di euro nella fase di trasformazione. L’export vale 2,3 miliardi, il 3,6% del totale dell’agroalimentare. La filiera suinicola conta un peso importante in quella che è la cosiddetta Dop Economy. Le 21 Dop e 22 Igp italiane con prodotti a base di carni suine valgono 2,27 miliardi di euro di valore alla produzione e 5,62 miliardi di euro al consumo. Basta solo pensare che il Prosciutto di Parma e il San Daniele valgono 1,3 miliardi di euro alla produzione. L’Italia è, inoltre il primo esportatore mondiale di preparazioni e conserve stagionate, con un fatturato pari a 2,1 miliardi di euro.

«Questi numeri fanno capire quale importanza rivesta la suinicoltura nel nostro Paese. Per questo sono determinanti misure di contenimento e prevenzione della Psa. Misure che siamo coordinate tra tutti gli attori della filiera e tra i vari enti, a partire dai Comuni e dalle Regioni: le malattie e le infezioni non si fermano ai confini amministrativi. Intervenire è dunque, urgente e non rimandabile», continua Maretti.

Quello che conta, poi, è prevenire. «Non dobbiamo sempre operare nell’emergenza, ma sono necessarie misura di controllo e prevenzione della malattia, barriere che impediscano il contatto tra animali selvatici, la cui proliferazione è ormai fuori controllo, e gli allevamenti», chiosa il presidente di Legacoop Agroalimentare.