Plant based, secondo la Scienza fa male. Il finanziatore di Food for Profit, che investe nel settore, scrive sul sito della sua società: “fare pressioni su funzionari governativi”

Il cibo ultraprocessato Plant Based fa male alla salute. A riportarlo è una recente ricerca dell’Imperial College secondo la quale può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari fino a una maggiore incidenza del 7%.

Nel frattempo aumenta l’interesse da parte delle multinazionali verso il business del Plant-based e a settembre è stata annunciata anche l’uscita della Nutella ‘vegana’.

E sembrano essere tanti gli interessi da parte di chi investe e finanzia questo tipo di mercato. Gli stessi che vorrebbero eliminare dalla dieta le proteine animali e – come si legge sul sito della società del finanziatore olandese – la Capital V – del docufilm di Giulia Innocenzi Food for Profit – “fare pressioni su funzionari governativi”.

Giulia Innocenzi nel corso della trasmissione Eden condotta da Licia Colò aveva dichiarato lo scorso 5 giugno che il modello Made in Italy è basato sugli allevamenti intensivi e che va rivisto.

Tra i finanziatori di Food For Profit figura anche l’olandese Van Deurse, fondatore di Capital V che investe sul vegan food e membro della giuria dell’EIC (European Innovation Council), deputata a ‘selezionare’ i progetti europei per sostenere le innovazioni rivoluzionarie, attraverso finanziamenti alle singole aziende (principalmente startup e PMI) per mezzo di sovvenzioni ed investimenti dell’Unione europea.

ATTIVITA DI LOBBY

Se non mancano le accuse al settore zootecnico di fare attività di lobbying e muovere interessi economici facendo pressioni sui media e sui governi, altrettanto si può dire per il mondo vegan e dell’industria del cibo plant based, sul cui sfondo si muovono le grandi multinazionali del cibo come Unilever e imprenditori del settore plant based che sovvenzionano programmi educativi e documentari volti a criticare il sistema zootecnico a favore di una alimentazione vegana. Gli stessi che sono poi membri della giuria dell’EIC (European Innovation Council) istituito nell’ambito del programma UE Horizon Europe, con un budget di 10,1 miliardi di euro per sostenere le innovazioni.

L’OLANDESE CHE INVESTE  SULLE START UP DEL VEGAN FOOD

Ed è così che tra i finanziatori di Food For Profit, il documentario della giornalista Giulia Innocenzi, troviamo l’olandese Michiel Van Deursen, fondatore di Capital Vuna organizzazione no profit che fornisce investimenti a start up e aziende impegnate nella produzione di cibo a base vegetale, e che mira alla rimozione degli animali dal sistema di produzione alimentare.

“Siamo un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata a migliorare il benessere degli animali, a ridurre il loro sfruttamento nella produzione e, in definitiva, a porre fine del tutto al loro uso nella produzione.”

https://capitalv.org

LA CAPITAL V: FARE PRESSIONI SU FUNZIONARI GOVERNATIVI E POLITICI PER FARE LEGGI CONTRO ZOOTECNIA E A FAVORE DEL VEGANISMO


Sono 5 i pilastri su cui si muove Capital V, dalla promozione del veganesimo nelle scuole fino all’attività di lobby presso governi ed istituzioni:

-promuovere il veganesimo come stile di vita attraverso social media e seminari.

-informare ed educare il pubblico sull’impatto dell’agricoltura animale sull’ambiente, con programmi rivolti a scuole e univeristà e sostenendo registi e scrittori.

-sostegno economico alle organizzazioni in linea coi valori e gli obiettivi di Capital V.

-collaborazione con le imprese per incoraggiarle ad adottare politiche e pratiche vegan-friendly.

-attività di lobby, ossia “facendo pressioni sui funzionari governativi e sui responsabili politici per creare leggi che proteggano gli animali e promuovano il veganismo. Lavoreremo per cambiare le leggi che consentono la crudeltà sugli animali, come l’allevamento industriale e la sperimentazione animale. Ci impegneremo anche con i media per sensibilizzare sulle questioni relative ai diritti degli animali.”

https://capitalv.org/about/

L’OLANDESE FA PARTE DELLA GIURIA DELL’EUROPEAN INNOVATION COUNCIL CHE DECIDE PROGETTI UE DA FINANZIARE

L’attività di Van Deursen non si limita però solo alla sua creatura, Capital V, ma è anche investitore e membro del Board di numerose aziende specializzate in carne vegetale, cibo plant based e proteine alternative come Heura, Vevolution, Very Good Food Co e The Vegetarian Butcher.

Proprio quest’ultima, The Vegetarian Butcher, fondata dall’altro olandese Jaap Korteweg, è stata acquistata da Unilever nel 2018. L’azienda specializzata in carne plant based e che fornisce i suoi prodotti anche alla catena di fast food Burger King per i suoi menù vegan, mira a “cambiare l’industria della carne per il bene della nostra salute, del pianeta e del benessere degli animali”, con l’obiettivo di eliminare gli animali dalla catena alimentare umana.

Come si legge sul loro sito:

“anche gli animali diventeranno superflui per la produzione di carne. Rimuovendo l’animale dalla catena alimentare, stiamo lavorando a un cambiamento di impatto nell’approvvigionamento alimentare”.

https://www.thevegetarianbutcher.co.uk/our-story.html

Michiel Van Deursen -che prima di passare al cibo plant based e agli investimenti su imprese cell tech aveva già avuto esperienze come fondatore di alcuni siti come 2dehands.be e 2ememain.be, acquisiti poi da Ebay nel 2013- compare anche nell’elenco dei membri della giuria dell’EIC (European Innovation Council).

https://eic.ec.europa.eu/eic-jury-members_en

L’EUROPEAN INNOVATION COUNCIL

Il Consiglio europeo per l’innovazione (EIC) è stato istituito nell’ambito del programma UE Horizon Europe. Ha un budget di 10,1 miliardi di euro per sostenere le innovazioni rivoluzionarie, attraverso finanziamenti alle singole aziende (principalmente startup e PMI) per mezzo di sovvenzioni ed investimenti.

https://eic.ec.europa.eu/about-european-innovation-council_en

Altri due finanziatori sono Susan Vitka e Mark Galvin, produttori oltre a Food for Profit anche di EATING OUR WAY TO EXTINCTION. Ennesimo documentario dai toni catastrofici che mette nel mirino il settore agroalimentare, auspicando un cambiamento nell’alimentazione mondiale. E come si legge nel sito del documentario:

“Evitare prodotti animali come carne, pesce, latticini e uova, avrà un profondo impatto verso un futuro sostenibile per il nostro pianeta.”

https://www.eating2extinction.com/about/

Tra gli altri finanziatori di Food For Profit anche Avaaz, una ONG americana che promuove attivismo su varie tematiche, tra cui cambiamento climatico e diritti degli animali. L’organizzazione opera in diciassette lingue diverse e conta quasi 70 milioni di membri iscritti a livello mondiale.

n epoca social uno degli strumenti più efficaci per veicolare un messaggio o un prodotto è affidarsi ad un influencer o content creator. Da Youtube a Instagram, da TikTok a Facebook fino a X (già Twitter) le piattaforme social sono diventate l’agorà o l’enorme cartellone pubblicitario dove esporre il proprio brand, pubblicizzare l’ultima novità del marchio o dove diffondere -in maniera orizzontale- al più vasto pubblico possibile un messaggio. Dando così il via a quel processo proprio del mondo social che trasforma la persona da soggetto attivo a consumatore, come già sosteneva il giornalista Andrew Lewis con la sua celebre frase: “se non state pagando qualcosa, non siete un cliente, siete il prodotto che stanno vendendo”.

 

FOOD FOR PROFIT, MONDO VEGAN E INFLUENCER

Su queste fondamenta nasce il ricorso per aziende, brand e società all’utilizzo di influencer e content creator per le loro campagne di marketing e comunicazione. A tale logica non sfugge nemmeno il mondo green e vegan.

Ed è così che tra i finanziatori di Food For Profit, il documentario che attacca la filiera zootecnica e l’industria della carne e derivati, della giornalista Giulia Innocenzi troviamo due piattaforme specializzate in attivismo vegan e tematiche green: Vegan Grants e Green World. Caratteristica comune ad entrambe l’utilizzo degli influencer: come strategia comunicativa sulle proprie tematiche per Vegan Grants e nella formazione di content creators “green” per Green World.

VEGAN GRANTS

Dunque ennesimo finanziatore di Food For Profit è Vegan Grants, piattaforma che sovvenziona l’attivismo vegan al fine di operare un cambiamento a livello globale delle diete alimentari. In sintesi, come loro stessi dichiarano, arrivare ad un mondo totalmente vegano.

“La nostra missione è quella di finanziare progetti che promuovano una dieta vegana o un cambio di alimentazione con la visione definitiva di creare un mondo vegano.”

 

 

 

 

 

Tra gli obiettivi quello di veicolare il messaggio vegan non solo al pubblico mainstream ma anche ad influencer e celebrità per sfruttare il loro consenso tra i consumatori:

“Impegnarsi con un pubblico influente è un’altra strategia efficace per promuovere le diete vegane. Questo pubblico può includere celebrità, atleti, politici e altri personaggi pubblici che hanno un seguito e un’influenza significativi sui loro fan, seguaci o elettori. Connettendoci con questi individui possiamo sfruttare la loro piattaforma e amplificare il nostro messaggio a un pubblico più ampio.”

https://vgrants.org/faqs/

 

 

GREEN WORLD

Tra i produttori del documentario anche Green World, piattaforma italiana che lavora alla formazione di creator ed influencer specializzati in tematiche green, che ha partecipato a Food For Profit “con una importante donazione che ha aiutato a sostenere le spese di produzione” e realizzando il sito del documentario www.foodforprofit.com “che smaschera il sistema corrotto che lega l’industria della carne, le lobby e il potere politico” come si legge sulla pagina di Green World.

Tra i servizi offerti, oltre ad affiancare in un percorso di crescita i creators, anche il supporto alle aziende per l’ottenimento di “certificazioni di sostenibilità”, servizi volti a “migliorare la reputazione e la credibilità del brand” e lo sviluppo sui Social media di campagne di comunicazione a tema green.

https://www.greenworld.it

 

Food for Profit ovvero Cibo per profitto? Chi lo finanzia fa profitto sul cibo alternativo, carne sintetica e proteine vegetali.

Tra i finanziatori di Food for Profit l’imprenditore e investitore Sebastiano Cossia Castiglioni, già Consigliere Economico del Primo Ministro Matteo Renzi dal 2014 al 2016.

Soprattutto fondatore di Vegan Capital, che investe nel settore plant-based e delle proteine alternative agli animali. Partner anche di Blue Horizon, gruppo leader a livello globale nell’investimento in proteine alternative.

 

DILEMMA

Cibo sintetico o carne naturale? Amore per il Pianeta o interessi economici? Etica o business? All’interno di un discorso sempre più polarizzato l’affermazione della carne coltivata tra i consumatori sembrerebbe dover passare di necessità attraverso la demonizzazione della zootecnia tout court, quando non addirittura della stessa alimentazione animale quando il discorso si sposta sul novel food ed i cibi plant based.

O così sembrerebbe nel vedere la quantità di attacchi rivolti da alcuni media al settore zootecnico.

FOOD FOR PROFIT

FOOD FOR PROFIT

Tra i casi più rilevanti il documentario “Food for Profit” della giornalista Giulia Innocenzi, attacco frontale al settore agricolo accusato di contribuire in maniera rilevante al cambiamento climatico, di non rispettare i criteri di sostenibilità ambientale e di non garantire il benessere animale.

Eppure tra i produttori del documentario sembra non mancare chi ha interessi nel sostituire la carne da allevamento con quella di laboratorio o con i sostituti vegetali.

I FINANZIATORI FANNO BUSINESS

Tra i finanziatori del documentario spicca infatti la presenza dell’imprenditore e investitore Sebastiano Cossia Castiglioni, già Consigliere Economico del Primo Ministro Matteo Renzi dal 2014 al 2016.

Soprattutto fondatore di Vegan Capital, che investe nel settore plant-based e delle proteine alternative agli animali. Partner anche di Blue Horizon, gruppo leader a livello globale nell’investimento in proteine alternativeMa ulteriori investimenti – riporta il sito specializzato Family Business Forum – sono stati portati avanti in oltre 80 aziende nel solo settore delle proteine alternative e plant-based, tra le quali Beyond Meat nel 2012.

https://familybusinessforum.net/protagonisti/sebastiano-cossia-castiglioni/

Attivista per i diritti degli animali, Castiglioni è inoltre membro dell’advisory board o del board di Animal Equality, Animal Outlook, Culture & Animals Foundation, International Anti-Poaching Foundation, Project Coyote Sea Shepherd Global.

ARABIA SAUDITA

Legato a Cossia Castiglione sembra essere dunque l’ex premier Matteo Renzi, diviso nel suo ruolo di leader di Italia Viva e di membro del board del fondo arabo Future Investment Initiative Institute (FII Institute), una “fondazione globale senza scopo di lucro – si legge nella loro pagina –  con un braccio di investimento e un’agenda pressante: l’impatto positivo sull’umanità”.

E se Italia Viva votava insieme al Governo (spaccando l’alleanza interna con Azione, la quale si asteneva) sul divieto di consumo e commercializzazione della carne sintetica, intanto Matteo Renzi partecipava ai convegni del FII Institute dove tra i temi chiave si discuteva della necessità di un piano di transizione alimentare.

Già nel 2022 l’Arabia Saudita poneva l’attenzione, sempre attraverso il Future Investment Initiative Institute di cui Renzi fa parte, sulle nuove sfide alimentari da affrontare a livello globale. Tra le soluzioni proposte nel Report i nuovi cibi a base di insetti e carne di laboratorio o cellulare.

https://fii-institute.org/wp-content/uploads/2022/11/IR2202-howtoFeedtheWorld_XS_compressed.pdf

NUOVE SFIDE ALIMENTARI

E proprio l’Arabia Saudita intende giocare un ruolo di primo piano nella nuova sfida alimentare, ossia sfamare non solo i propri cittadini ma anche quelli di una popolazione mondiale in crescita. E farlo attraverso le innovazioni plant based e di cibo cellulare potrebbe rappresentare un investimento lungimirante.

La società di consulenza Strategy& stima che i sei paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo – Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti – importano circa l’85% del loro cibo, tra cui il 93% di cereali, il 62% di carne e il 56% di verdure.

Ed è cosi che tra gli attori più attivi in Arabia Saudita troviamo il principe Khaled Bin Alwaleed Bin Talal, un membro della famiglia reale e figlio del magnate degli affari di più alto profilo del paese, il principe Alwaleed Bin Talal.

Protagonista anche lui, come Matteo Renzi, degli eventi organizzati dal FII Institute, ed anzi speaker sui temi di transizione alimentare negli stessi giorni in cui partecipava l’ex premier italiano.

Qui il programma:

FiiProgramoct251225-4816

“Negli ultimi anni – scrive Forbes – il veicolo di investimento del principe con sede a Dubai KBW Ventures ha fatto una serie di investimenti nelle imprese alimentari. Il suo portafoglio ora include partecipazioni in numerose aziende legate al cibo come Upside Food, Bond Pet Foods, Beyond Meat, Ripple e TurtleTree.”

AGRITECH

Dunque tutta quella galassia di aziende leader nel cibo a base cellulare di laboratorio o plant based. Collaborazioni che partono anche da Israele, base di numerose start up e aziende agritech specializzate nel settore, per finire nei paesi del Golfo come Emirati Arabi Uniti e la stessa Arabia Saudita.

https://www.middleeasteye.net/news/not-so-green-pastures-uae-israel-struggle-ink-agriculture-deals

È il caso anche della israeliana Aleph Farms che nel 2021 ha annunciato di aver raccolto 105 milioni di dollari attraverso una raccolta fondi guidata da una filiale del fondo sovrano di Abu Dhabi ADQ, con l’obiettivo di lanciare un impianto di produzione negli Emirati Arabi Uniti.

https://www.agbi.com/food-drink/2023/06/princes-cell-grown-meat-investment-gets-us-approval/

AGRICOLAE

www.agricolae.eu

Plant-based. Cibo ultra processato a base vegetale, multinazionali lo promuovono ma è dannoso per la salute. LA RICERCA