Transizione, Trippella (Philip Morris): pronti a investire ma serve prevedibilità e vigilare in Ue. Produzione tabacco in calo in Italia

“Con questo accordo di filiera ci siamo presi la responsabilità di trainare tutta la filiera da monte fino a valle, cioè fino ai consumatori. Abbiamo iniziato l’accordo nel 2011, è il periodo più lungo in cui un modello rimane lo stesso. È stato un accordo molto lungimirante quello stretto con Coldiretti. Arriva fino al 2027 ma vogliamo estenderlo fino al 2033, perché per fare tutto c’è bisogno di una sostenibilità economica da accoppiare coi tempi poi. Su questo abbiamo lavorato, ancora prima delle competenze. Abbiamo iniziato in tempi non sospetti a lavorare sulla transizione ecologica, già dal primo anno finanziando la biomassa. Per la cura del tabacco non utilizziamo combustibili fossili e su questo punto di vista siamo una eccellenza a livello mondiale. Stiamo lavorando sulla bioenergia per poter fornire energia verde al nostro grandissimo investimento fatto a Bologna di un miliardo e duecento milioni. Un investimento non solo industriale perché creiamo i tecnici del futuro e creiamo anche le competenze per la filiera. Importante anche per il ricambio generazionale, da quando abbiamo iniziato questa attività giovani agricoltori sono più motivati.”

Così Cesare Trippella, Head of Leaf EU PHILIP MORRIS ITALIA nel corso dell’evento “Le competenze per la transizione ecologica-energetica nel settore agroalimentare” realizzato da Nomisma in collaborazione con Philip Morris Italia.

“Ci siamo presi dunque la responsabilità di accompagnare la filiera dal punto di vista economico e verso la transizione energetica e digitale. Ci sono state però scelte scellerate in Italia ed oggi siamo passati da una produzione di tabacco di 100 mln di chili a 32 mln di chili. E il consumo non è diminuito, anzi è leggermente aumento e questo significa che importiamo più tabacco dall’estero. Bisogna alla vigilare sulle scelte che vengono prese.

Ci siamo impegnati a comprare 19 milioni di chili, in questo momento ne compriamo meno perché non c’è tabacco in questione ma siamo disposti a comprarne di più. Sempre e quando però la regolamentazione che si sta discutendo a Bruxelles sia in linea e permetta a tutti la stessa prevedibilità che hanno gli agricoltori. Gli investimenti che abbiamo fatto sono grandissimi e siamo disposti a farne altri, ma anche noi abbiamo bisogno di prevedibilità. Non vorrei che altrimenti finiamo per avere le competenze ma non la materia prima. Ci sarà dunque la nuova direttiva sul prodotto, sull’equiparazione dei prodotti di nuova generazione, ci sarà poi la direttiva fiscale molto importante ma bisogna vigilare.”