Inchieste23/07/2024 16:01

Italian sounding, in Usa 2 persone chiedono class action vs Barilla: “giudice dà ok a procedura, ma no decisione nel merito”. IL CERTIFICATION ACT

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Roma - Italian sounding, in Usa due consumatori chiedono una class action vs Barilla: Il giudice dà il suo ok all'aspetto procedurale ma per ora non c'è alcuna decisione nel merito. Il Gruppo: nostre ragioni prevarranno.

LA QUESTIONE

Due consumatori puntano il dito contro la Barilla e chiedono la possibilità di fare una class action. E il giudice della California, Donna M. Ryu, dà l'ok a procedere. Sempre che si raccolgano nuovi consumatori che si sentono fuorviati dalla multinazionale della pasta italiana. Ma Barilla, invece di transare, ha presentato una mozione per rivederla. La partita è quindi ancora tutta da giocare.

L'accusa? secondo i due consumatori si utilizza un riferimento del marchio all’Italia per vendere prodotti che italiani non sono. E dicono, rappresentati da uno studio legale specializzato in Class Action: per aumentare i profitti Barilla fa credere che la pasta sia fatta con ingredienti italiani tramite campagne promozionali ingannevoli e fuorvianti che fanno leva sul fatto che i prodotti italiani godono di prestigio e superiore qualità, tanto da influenzare gli acquisti dei consumatori.

E i consumatori sostengono che lo fanno usando anche il Museo Barilla, l'Academy Barilla e anche il tricolore della bandiera italiana, anche se non è possibile acquistare la pasta dal sito.

Il risultato è che - se si va avanti - ogni cittadino californiano che ha acquistato prodotti Barilla in un determinato periodo di tempo potrà chiedere a Barilla di essere risarcito tramite una class action.

In quel caso, come sempre accade con le class action svolte negli Stati Uniti, ai consumatori verrebbe risarcito una parte di quanto pagato per dei pacchi di pasta (accertati e no) ed mentre la maggior parte dell'eventuale risarcimento entrerebbe nelle casse dello Studio Legale. Che AGRICOLAE ha provato a contattare ma senza avere alcuna risposta.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la sentenza del 28 giugno in formato PDF:

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COSA DICE BARILLA

E se la Visual Identity di Barilla è cambiata già da alcuni anni, che include il marchio registrato da anni negli USA e che identifica che Barilla è la produttrice della pasta, dalla multinazionale di Parma sono tranquilli e sono convinti che "prevarranno le nostre ragioni nel corso del giudizio" in quanto "la nostra comunicazione è sempre stata trasparente e rispettosa nei confronti dei consumatori, anche negli Stati Uniti. La pasta prodotta negli USA ha la relativa indicazione sul pacco.

Da Barilla precisano poi con AGRICOLAE come "la pronuncia del giudice dello scorso 28 maggio ha carattere esclusivamente procedurale e non affronta in alcun modo il merito". Il Gruppo "ha già presentato una mozione per chiedere di rivederla".

Due le ipotesi - dopo il pronunciamento del giudice della California - che si prefigurano ora: nel primo caso la chiusura della questione tramite transazione privata e riservata tra le parti; nel secondo caso – si procede

La Barilla ha scelto la seconda strada: "Barilla Us sostiene convintamente la validità e l'appropriatezza della propria comunicazione marketing e delle proprie confezioni".

https://www.barillagroup.com/it/

COME FUNZIONA

L'articolo 23(b)(3) prevede che il tribunale valuti se un'azione di classe sia un metodo superiore per la risoluzione delle controversie dei membri della classe proposta, tenendo conto di quanto segue:

(A) gli interessi dei membri della classe nel controllare individualmente l'azione o la difesa di azioni separate;

(B) l'entità e la natura delle controversie già avviate da o contro i membri della classe;

(C) l'opportunità o l'indesiderabilità di concentrare il contenzioso delle pretese in un determinato foro;

e (D) le probabili difficoltà di gestione di un'azione collettiva".

In questo caso, si legge dal pronunciamento del giudice, l'argomentazione di Barilla verso la possibilità di un'azione collettiva per la risoluzione delle controversie dei membri della classe proposta - si legge - è il problema dell'"accertabilità"Ma secondo la Corte questo argomento è privo di fondamento. Il tribunale ritiene che il requisito della superiorità sia soddisfatto nel caso in cui :

"(1) gli importi che ciascun membro della classe proposta può recuperare non siano significativi e siano modesti rispetto agli alti costi delle controversie individuali;

(2) l'economia giudiziaria sarebbe promossa e il contenzioso delle richieste sarebbe reso più efficiente e pratico;

e (3) il perseguimento delle singole richieste di risarcimento potrebbe stabilire standard di condotta incoerenti per il convenuto". Si veda Vizcarra, 2023 WL 2364736.

Il tribunale accoglie così la richiesta di certificazione della classe presentata dai querelanti e certifica la class action proposta ai sensi dell'articolo 23(b)(3).

LA STORIA

Tutto è iniziato quanto i querelanti Matthew Sinatro e Jessica Prost hanno presentato un'azione legale collettiva putativa contro Barilla America, Inc. ("Barilla"), sostenendo pratiche di marketing false, fuorvianti e ingannevoli in relazione all'etichettatura delle paste a marchio Barilla.

I querelanti si sono rivolti ai sensi del Federal Rule of Civil Procedure 23(b)(3) di certificare la possibilità di creare una class action e di escludere l'esperto della difesa per la certificazione della classe, Robin Cantor.
La mozione per la certificazione della class action è accolta. Mentre la mozione di esclusione è respinta.

CONTESTO

I querelanti contestano l'etichettatura di alcune paste a marchio Barilla come "ITALIA #1 MARCA DI PASTA®". Le seguenti affermazioni sono tratte dalla prima denuncia emendata ("FAC"), che è la denuncia operativa. [Barilla è una società italiana che ha la base delle sue operazioni in Illinois. È nata come negozio di pane e pasta a Parma, in Italia, nel XIX secolo. I querelanti sostengono che "i prodotti italiani autentici, compresa la pasta, godono di un certo prestigio e [sono] generalmente considerati come un prodotto di qualità superiore" e che "l'italianità generale di un prodotto influenza la valutazione complessiva dei consumatori".
Secondo i querelanti, "i consumatori pagano volentieri di più per prodotti dal suono e/o dall'aspetto italiano". Id. (citazione omessa). Inoltre, sostengono, "la pasta italiana è uno dei prodotti migliori e più ricercati nel mercato globale" e "il grano duro italiano è tra i 'migliori' prodotti del mondo" e "il grano duro italiano è tra le 'migliori varietà di grano.

I querelanti sostengono che "nel tentativo di aumentare i profitti e di ottenere un vantaggio competitivo sleale ... [Barilla] etichetta in modo falso e fuorviante alcune delle sue paste a marchio Barilla® come 'ITALY'S #1 BRAND OF PASTA®', inducendo deliberatamente i consumatori ragionevoli, compresi i querelanti, a credere che i prodotti siano fatti in Italia" con ingredienti "provenienti dall'Italia".

Essi sostengono inoltre che Barilla rafforzi questa rappresentazione sull'origine dei prodotti replicando origine dei prodotti riproducendo i colori verde, bianco e rosso della bandiera italiana che circondano la rappresentazione, "perpetuando ulteriormente l'idea che i Prodotti siano paste autentiche provenienti dall'Italia".

L'ACCUSA

La rappresentazione contestata è raffigurata di seguito:

Sempre secondo i querelanti, "contrariamente a questa etichettatura, i prodotti non sono fatti in Italia" e non sono prodotti con ingredienti provenienti dall'Italia.
Piuttosto, i prodotti sono fabbricati negli in Iowa e a New York utilizzando ingredienti provenienti da Paesi diversi dall'Italia.

Secondo i querelanti, Barilla "ha deliberatamente progettato ed eseguito una decennale campagna di marketing per identificare il marchio Barilla®, l'azienda e i Prodotti oggetto di questo caso come autentica, genuina pasta italiana, prodotta con ingredienti di origine italiana (come il grano duro), e prodotti in Italia". Questa campagna comprendeva siti web, un Archivio Storico Barilla, un Museo della Pasta Barilla e Barilla Academy, che secondo i querelanti erano "tutti progettati per promuovere il marchio e l'azienda" e "per convincere i consumatori che Barilla® è un prodotto italiano".

COSA SOSTENGONO I QUERELANTI

Gli attori sostengono che la rappresentazione contestata sulle scatole dei prodotti Barilla li ha indotti a credere che i prodotti fossero "made in Italy", ovvero che gli ingredienti dei prodotti provenissero dall'Italia e che i prodotti fossero fabbricati in Italia.
Sostengono inoltre che non avrebbero acquistato o pagato di più i prodotti se avessero saputo che la rappresentazione contestata era falsa.
I querelanti contestano le etichette delle seguenti linee di pasta Barilla: 1) Pasta Classica Blue Box; 2) Pasta Artigianale Collezione; 3) Pasta Senza Glutine; 4) Pasta Veggie Barilla; e 5) Pasta Integrale

I querelanti hanno presentato l' azione collettiva putativa l'11 giugno 2022. Nel documento si fanno valere le seguenti
richieste di risarcimento:

1) violazione della legge sulla concorrenza sleale ("UCL"), California Business & Professions Code;

2) violazione della legge sulla pubblicità ingannevole ("FAL"), California Business & Professions Code.
("FAL"), sezione 17500 e seguenti del Codice delle professioni e degli affari della California;

3) violazione della legge sui rimedi legali per i consumatori ("Consumers Legal Remedies Act");

4) violazione della garanzia;

e 5) arricchimento senza causa/restituzione.

LO STATO DELLE COSE

Nell'ottobre del 2022, il tribunale ha accolto in parte e negato in parte la mozione di archiviazione di Barilla, e ha respinto la richiesta di ingiunzione degli attori con licenza di emendare.

In Usa è vietato qualsiasi "atto o pratica commerciale illegale, sleale o fraudolenta". Conseguentemente le richieste di risarcimento per pubblicità ingannevole sono disciplinate dallo standard del consumatore ragionevole. Il che si traduce nel fatto che i tribunali devono valutare se un'etichetta è fuorviante "dal punto di vista di un consumatore ragionevole". In base allo standard del consumatore ragionevole, un querelante deve dimostrare che i membri del pubblico possono essere ingannati.

Tra i temi che hanno portato alla decisione della Corte, l'arricchimento senza causa, la tipicità, e il concetto di adeguatezza, ovvero che prevede come "le parti rappresentative tutelino in modo equo e adeguato gli interessi della classe per soddisfare le preoccupazioni del giusto processo costituzionale".

COSA DICONO GLI ESPERTI

Negli Stati Uniti, - come scrive Linda S. Mullenix, docente dal 1974 presso l'Università del Texas dove insegna procedura civile federale, controversie per illeciti di massa e questioni attuali in materia di azioni collettive - una class action litigation è sostanzialmente caratterizzata da due eventi del rito processuale di notevole importanza e che determinano per larga parte il risultato dell’intero processo.

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Di questi il primo e cruciale evento ruota attorno proprio alla decisione del giudice di concedere o meno la certificazione (certification) in virtù della class action rule in concreto applicabile. Se la corte decide di concedere la certification alla classe, i rischi collegati al processo e le relative strategie vengono modificati e le parti della contesa si comporteranno in maniera abbastanza prevedibile.

In questa situazione – quando la corte garantisce una certification alla classe – i convenuti (defendants), molto probabilmente, cercheranno di ottenere una interlocutory review della decisione sulla certification. Non è questo il caso di Barilla.

https://agricolae.eu/

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