Agricoltura22/07/2024 16:05

Transizione, De Carlo: tradizione si basa su innovazione. Dato risposte su rinnovabili e capitale umano. Agricoltura tornata centrale

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Verona - “La visione del governo non è tradizionalista senza innovazione, ma anzi la tradizione è proprio frutto di una innovazione passata. Questo non significa rimanere fermi, felici degli ottimi risultati sull’export, ma dobbiamo continuare a lavorare perché si possa perpetrare quella tradizione proprio attraverso tanta innovazione. Nel giro di pochi anni dovremo sfamare 10 miliardi di persone ma vogliamo farlo coerentemente con la nostra storia, cioè produrre di più e produrre meglio. Oggi in Europa abbiamo un gap con le altre nazioni sulle energie rinnovabili e sulla digitalizzazione, dobbiamo allora lavorare per dare risposte. Sulle rinnovabili siamo stati chiarissimi: si all’agrisolare ma no al fotovoltaico a terra. Bisogna conciliare la produzione con la necessità di essere indipendenti sull’approvvigionamento energetico.”

Così Luca De Carlo Presidente Commissione Agricoltura del SENATO nel corso dell’evento “Le competenze per la transizione ecologica-energetica nel settore agroalimentare” realizzato da Nomisma in collaborazione con Philip Morris Italia.

“C’è poi il tema del capitale umano e la sfida quindi vede molto più protagonisti. Siamo noi i protagonisti del nostro destino. Penso ai contratti di filiera, non solo contribuiscono a dare reddito a tutta la filiera ma sono un modo per crescere insieme, coniugando produzione e maggiore professionalità degli addetti. Sul decreto flussi possiamo fare ancora di più, dobbiamo però puntare alla professionalità sapendo che vinciamo nel mondo se riusciamo a fare valore aggiunto. E questo viene da tanta professionalità e tanto lavoro. Il governo sta lavorando in tal senso, ha destinato più risorse di tutti gli altri governi precedenti, 9 miliardi di euro, rendendo l’agricoltura centrale. Serve poi il contributo di tante forze private per far crescere l’economia agricola. E dobbiamo farlo senza ideologie di parte, non dobbiamo rassegnarci a smontare il nostro modello produttivo a favore di altri, come quello della carne sintetica e che non rappresenta il sistema Italia.”

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