Zootecnia, Olanda taglia allevamenti e investe in carne sintetica. Intanto Ue finanzia organizzazioni per sostituire cibo con food sintetico
Si restringe sempre di più il cerchio attorno la zootecnia europea, e non solo, costretta a difendersi dall’avanzare del cibo sintetico, dai sostituti di origine vegetale e da campagne di informazione che puntano il dito sul comparto accusato di contribuire in maniera sostanziale alle emissioni di azoto. E se l’Europa a parole promette di difendere il comparto, nella realtà non fa sconti alcuni al settore.
Si spiega così la protesta degli allevatori olandesi per il piano del Governo che prevede un taglio netto alle emissioni. “Gli obiettivi indicativi di riduzione dell’azoto per ciascuna area richiedono un intervento da parte dei settori dell’industria, dell’edilizia, della mobilità e dell’agricoltura il prima possibile. Il compito per l’agricoltura in particolare è enorme” si legge nel comunicato del ministero olandese.
“Il redditizio settore agricolo dei Paesi Bassi sta protestando contro una proposta , approvata a fine giugno dai legislatori, per ridurre le emissioni di inquinanti come l’ossido di azoto e l’ammoniaca del 50% entro il 2030” spiega in un suo articolo il The Washington Post, illustrando la lunga serie di manifestazioni che sta colpendo il paese, da quelle sotto casa del ministro Christianne van der Wal al blocco delle autostrade fino agli scontri con la polizia.
“Una transizione radicale ma necessaria” dichiara il ministro della natura e dell’azoto Van Der Wal, per la quale si prevedono riduzioni fino al 70% in alcune aree del paese, con inevitabili conseguenze per il comparto zootecnico. Il ministro dell’agricoltura, della natura e della qualità alimentare Henk Staghouwer vede tre opzioni per gli agricoltori: realizzare ulteriore sostenibilità, delocalizzare o porre fine all’attività.
Dunque un giro di vite significativo per il settore agricolo olandese, parte importante del pil nazionale, come riporta anche l’Associated Press: Secondo un gruppo di lobby agricola nazionale, LTO, ci sono quasi 54.000 aziende agricole nei Paesi Bassi con esportazioni per un totale di 94,5 miliardi di euro nel 2019.
E se oggi si prevede una riduzione del bestiame del 30% occorre anche ricordare che, nei mesi passati, il governo olandese ha annunciato un finanziamento record di 60 milioni di euro per la carne coltivata, puntando così a diventare il paese leader nel campo dell’agricoltura cellulare. Il finanziamento rappresenta però solo un primo passo di un più ampio piano di crescita che prevede di investire 252-382 milioni di euro.
La proposta di finanziamento è stata avanzata da un consorzio -di cui fa parte il mondo accademico, industriale, scientifico e imprenditoriale, oltre ad alcune Ong- chiamato Cellular Agriculture Netherlands, con lo scopo di attuare il piano di crescita nazionale ed elevare i Paesi Bassi a leader mondiale nell’agricoltura cellulare.
“I governi interessati a raggiungere i propri obiettivi climatici, proteggere la salute pubblica e aumentare la sicurezza alimentare devono seguire l’esempio dei Paesi Bassi e investire nella ricerca e nelle infrastrutture necessarie per rendere queste opzioni alimentari sostenibili accessibili e accessibili in tutta Europa” ha dichiarato Acacia Smith, policy manager del Good Food Institute Europe.
Ed il GFI è tra le organizzazioni più attive volte a promuovere il consumo di carne sintetica, muovendosi tra politica e industria per accelerare il processo che mira a sostituire il cibo di origine animale con quello di laboratorio. Tre le numerose collaborazioni risalta, come messo in evidenza dalla stessa GFI sul loro sito, quella con Eit Food, l’organizzazione co finanziata e sostenuta dall’Unione Europea, che mira a guidare il cambiamento in campo alimentare e che ha al suo attivo progetti su carne sintetica e sostituti da proteine vegetali.
“Il Good Food Institute Europe è una ONG internazionale che aiuta a costruire un sistema alimentare più sostenibile, sicuro e giusto trasformando la produzione di carne.
Collaboriamo con scienziati, aziende e responsabili politici per promuovere la carne a base vegetale e coltivata, rendendola deliziosa, conveniente e accessibile in tutta Europa. Producendo carne dalle piante e coltivandola dalle cellule, possiamo ridurre l’impatto ambientale del nostro sistema alimentare, diminuire il rischio di zoonosi e nutrire più persone con meno risorse” riporta la pagina dell’organizzazione.
Le aree di intervento su cui si muove il GFI sono tre: Scienza (Collaborando con gli scienziati per sviluppare, finanziare e promuovere la ricerca sulla carne di origine vegetale e coltivata), Politica (Incoraggiando i governi a investire nella ricerca e nelle infrastrutture sostenibili delle proteine e a sviluppare una regolamentazione solida e trasparente) e Industria (sostenendo l’industria alimentare per rendere disponibile carne vegetale conveniente in tutta Europa e preparando l’arrivo della carne coltivata)
Rapporti tra The Good Food Institute e EIT Food
GFI Europe collabora con organizzazioni alleate in tutto il continente, tra cui:
EIT Food (Supportati dall’UE, siamo a capo della comunità di innovazione alimentare più grande e dinamica del mondo. Creiamo connessioni attraverso il sistema alimentare che stimolano nuove idee e invenzioni per guidare il cambiamento). In EIT Food, la nostra missione è trasformare il modo in cui il cibo viene prodotto, distribuito e consumato. Raggiungeremo questo obiettivo risolvendo le più grandi sfide dell’innovazione attraverso partner di fiducia dell’industria, dell’istruzione e della ricerca
Tra i progetti di Eit Food, l’organizzazione co finanziata dall’Europa troviamo:
-DADYGo, Utilizzo di proteine di colza per produrre alternative ai latticini
-TASTE2MEAT mira a utilizzare proteine da fonti vegetali per produrre alternative di carne
Si accelera dunque nei fatti la transizione dal cibo di origine animale a quello sintetico, ad iniziare dai paesi leader nel campo come Israele (tramite l’azienda Remilk, con stabilimenti anche in Danimarca) e appunto l’Olanda (dai tagli all’agricoltura tradizionale fino agli investimenti pubblici nel settore dell’agricoltura cellulare), per arrivare a Singapore e agli Usa (con l’azienda Good Meat, che mira a sostituire la carne tradizionale con quella sintetica), fino al governo britannico che con la nuova strategia alimentare pubblicata il 13 giugno, prevede una vera e propria accelerazione nel campo delle proteine alternative con un investimento di 120 mln di sterline e l’impegno a rivedere le normative.
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