Inchieste14/06/2024 18:20

Cibo Ultraprocessato, ecco il DOCUMENTO che vuole riabilitarlo: ‘’Salute sta prendendo il sopravvento. Creare alleanze industriali in Ue’’

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Cambiare nome ai cibi ultraprocessati, perché il termine restituisce un'accezione negativa. E convincere le istituzioni, da quelle italiane a quelle europee, (anche cercando alleanze industriali tra i diversi attori degli stati membri) che sono meglio e che sono più sani di quelli naturali. E la salute? "sta prendendo troppo il sopravvento. Così si distrugge il sistema agroalimentare. E poi la salute è ignorante nella materia". E le raccomandazioni della Fao e dell'Oms in materia? "le politiche di Salute pubblica non ne tengano conto".

"La salute sta prendendo troppo il sopravvento su tematiche che non sono di sua competenza perché deve agire su chi ha delle patologie non sulla sana alimentazione o sulla produzione di alimenti o sulla trasformazione di alimenti deputata a figure professionali completamente diverse da quelli della salute [..] altrimenti si arriverà alla distruzione del sistema agroalimentare europeo e italiano". E poi "sull'alimentazione, sulla produzione e sul processo di trasformazione degli alimenti la salute non ha competenza perché è ignorante nella materia". A parlare, nel corso della riunione online del Gruppo di Lavoro del Comitato nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita CNBBSV su "cibi ultra-processati" del 31 ottobre scorso è Emanuele Marconi, Direttore del CREA Alimenti e Nutrizione, consigliere del Cluster Agrifood Nazionale CL. A.N. incaricato come Consigliere dal neo Presidente C.L.A.N. Paolo Mascarino, attuale presidente di Federalimentare.

Come risulta dal verbale di cui AGRICOLAE è venuta in possesso che pubblica qui di seguito in formato PDF:

VERBALE CIBI ULTRAPROCESSATI

Obiettivo del gruppo è stato quello di "elaborare un documento per veicolarlo e presentarlo al capo di gabinetto del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio affinché i contenuti possano diventare il più possibile azioni concrete per mitigare le problematiche esistenti e cogliere eventuali opportunità del settore".

Perché, spiega ancora Marconi, "sta montando una connotazione negativa del processo che sta alla base degli alimenti cosiddetti ultraprocessati che poi come tali non sono". Un position paper per "porre in essere tutte le forme di diffusione e tutte le azioni finalizzate a ripristinare un'ortodossia in questa materia".

Il risultato è il Position Paper denominato "Ultraprocessed Food pro & cons" - di cui AGRICOLAE è venuta in possesso - redatto dal Gruppo di Lavoro Clan coordinato proprio da Emanuele Marconi e tra cui figurano rappresentanti dell'Università di Bologna, dell'Università di Padova, del Cnr, dell'Università di Milano, dell'Università della Tuscia, di Enea, dell'Accademia dei Georgofili, di Mutti Spa, di Barilla, di Assica, di UnionFood e di Federchimica. Documento che si legge è stato "condiviso" con il Gruppo di coordinamento nazionale di Bioeconomia (GCNB) e il Comitato nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Quattri i capitoli di intervento: le tecnologie alimentari; gli alimenti ultraprocessati; gli alimenti ultraprocessati e le etichette fronte pacco. Poi le conclusioni.

Il documento parte dal concetto di "supina accettazione della attuale classificazione degli alimenti cosiddetti ultraprocessati che assegna una percezione negativa al processo piuttosto che riconoscerne la capacità di soddisfare le necessità alimentari e nutrizionali della popolazione" che "può risultare molto perniciosa per la salute e il benessere dei consumatori, come la disaffezione verso la sicurezza degli alimenti". Tra gli esempi il latte crudo contro il latte pastorizzato.

Tra le azioni da intraprendere si legge all'interno del Position Paper: "si sollecitano gli skateholder italiani (Masaf, MinSalute, Mimit, Mur, Crea, Iss) ed e europei (Commissione Ue, Efsa, le Dg Ue e il Jrc) e internazionali (Fao e Oms) a non utilizzare o riconsiderare criticamente l'attuale classificazione e terminologia 'alimenti ultraprocessati' nella predisposizione delle politiche per la salute pubblica, delle strategie per il sistema agroalimentare e nutrizionale italiano ed europeo".

Nel verbale della riunione propedeutica alla redazione del documento emerge come "bisogna coalizzare le forze e i diversi attori dei paesi membri anche sul piano di alleanze industriali indispensabili come Ferrero ben sa". [Fabio Fava coordinatore scientifico GCNB e rappresentante Mur]

E sui cibi processati a prendere la parola nel corso della riunione è il rappresentante Ferrero: "occorre quindi a livello di Bruxelles frenare l'utilizzo di questa terminologia, che il gruppo di lavoro ha sviscerato evidenziandone tre grosse debolezze: la definizione in se, la classificazione e l'impatto sulla salute. In merito non esistono evidenze scientifici perché non esistono articoli scientifici che dimostrano qual'è l'impatto degli ultraprocessati sulla salute, ma stanno emergendo numerosi ricerche che vogliono contrastare il termine e avvalorare l'ipotesi dell'utilizzo negativo".

Tra i 'vantaggi' dei cibi ultraprocessati emersi nel Position Paper (dal quale non si evincono i 'contro') e distribuito alle istituzioni figura come le innovazioni nella formulazione e nei processi produttivi degli alimenti possano fornire ai consumatori prodotti che concorrono a una dieta sana, varia e adeguata in nutrienti: "Per concludere - si legge - possiamo affermare che i processi di produzione e trasformazione degli alimenti a livello industriale sono rivolti con sempre maggior efficacia al miglioramento della sostenibilità e alla riduzione dell'impatto ambientale".

Secondo quanto si legge ancora nel Position Paper, "emerge chiaramente che non è l'impatto del processo e la combinazione di diversi processi/operazioni unitarie (ultra - processati/altamente processati) ad essere correlata con la salute dei consumatori, ma sono altri aspetti maggiormente coinvolti, quali le porzioni e le frequenze di consumo e la composizione/profilazione nutrizionale (zucchero, sale, acidi grassi saturi, etc), aspetti già evidenziati nelle linee guida per una sana alimentazione e sull'etichettatura nutrizionale".

E ancora: "allo stato attuale le numerose evidenze descritte dai vari studi non permettono di fornire indicazioni e raccomandazioni sul consumo di UPF - Ultra Processed Food al fine di mantenere un buono stato di salute alla popolazione generale".

Poi uno sguardo rivolto alle istituzioni internazionali: Anche se dicono di limitarne l'uso, le politiche della Salute pubblica non seguano queste raccomandazioni.

"Nonostante la Fao accogliendo la classificazione NOVA e alcune linee guida per una sana alimentazione promosse da alcuni Paesi europei ed extraeuropei raccomandino di limitare il consumo di UPF, appare del tutto improprio includere tale raccomandazione nelle politiche di salute pubblica".

Secondo il Position Paper, "si può ragionevolmente affermare in conclusione che la raccomandazione di evitare il consumo di questi alimenti non è sostenibile; l'uso di queste classificazioni nella formulazione delle politiche di sanità pubblica deve pertanto essere riesaminato criticamente. In altre parole dovrebbe essere condotta una approfondita analisi critica dei dati esistenti o di nuovi dati per valutare se l'impatto negativo sulla salute sia da ascriversi al processo produttivo o, più verosimilmente, ad altri fattori che le attuali classificazioni confondono con il grado di processazione".

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica integralmente il POSITION PAPER in formato PDF:

POSITION PAPER CLAN

 

Cibo Ultraprocessato, Marconi, Crea: “termine è sbagliato e va eliminato. Position Paper condiviso con tutti”

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