Parola ai Presidenti31/12/2023 19:42

Editoriale 2023, Francesco Vincenzi: l’anno in cui l’Italia diventerà la capitale mondiale dell’acqua, salto culturale necessario

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Il 2024 sarà un anno decisivo per diverse ragioni. Veniamo da un biennio che ci ha reso i notai di una serie di eventi catastrofali che si sono tradotti nel regresso dell'economia e dell'agricoltura. E quando un'agricoltura è costretta a dichiarare 6 miliardi di euro di danni, questo si traduce in un prezzo sugli scaffali che i consumatori non possono sostenere. Questo non significa che non è stato fatto nulla, al contrario è stato fatto molto. Ma non è stato sufficiente. Occorre per questo che il 2024 sia l'anno delle scelte sul modello di sviluppo del Paese che vogliamo diventi l'Italia: quello che consuma 24 ettari di terra al giorno di suolo agricolo (2,4 metri al secondo) per produrre nuove case ad uso abitativo quando c'è un deficit di nascite, oppure quello che punta sulle sue bellezze e sulla sicurezza dei cittadini.

Due i concetti chiave per l'anno che si apre: Manutenzione straordinaria di tutta la rete idraulica del paese e dell'intero reticolo idrogeografico con i suoi 23mila chilometri di canali; nuove infrastrutture come i piccoli e medi invasi multifunzionali.

Oltre a questo occorre spingere sull'innovazione che significa creare i presupposti perché si aumenti la redditività e la competitività ottimizzando il riutilizzo della risorsa idrica, come ad esempio Goccia Verde, la digitalizzazione e Irriframe.

Stiamo digitalizzando tutta la nostra rete idrica, cosa che ci consente di scoprire in tempo le frane, le rotture dei corsi d'acqua e di avere un nuovo approccio al riuso così che l'acqua sia un valore aggiunto per il cittadino consumatore in termini economici e di sicurezza alimentare e dei terreni dove vive.

Il 2024 è anche l'anno in cui l'Italia potrebbe essere il paese che ottiene la candidatura per ospitare il World Water Forum. Questo, oltre all'importante indotto economico che ne conseguirebbe con la presenza di 30 capi di Stato, costruirebbe le condizioni per quel salto culturale necessario perché non si vada a parlare di acqua solo quando non esce più dal rubinetto, ma come valore del Paese.

Come ai tempi dell'Impero romano con gli acquedotti, l'Italia diventerebbe capitale mondiale dell'acqua.

Da monitorare e manutenere anche i fiumi: presenteremo la nostra proposta di legge perché non siano più un rischio ma una risorsa.

Da parte dell'Anbi c'è un assunzione di responsabilità e tante proposte per mettere a terra un sistema innovativo e sicuro della gestione delle acque, ma soprattutto far capire alla comunità l'importanza che ha per tutti noi questo bene prezioso.

Francesco Vincenzi

Presidente Nazionale ANBI

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