Inchieste15/08/2024 14:06

Plant-based. Cibo ultra processato a base vegetale, multinazionali lo promuovono ma è dannoso per la salute. LA RICERCA

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Roma - Il cibo ultraprocessato a base vegetale fa male. Lo dice una nuova ricerca dell'Imperial College di Londra: aumenta del 7% il rischio di malattie cardiovascolari

Mentre le multinazionali promuovono il consumo di cibo ultra processato a base vegetale -con lo scopo dichiarato di sostituire il cibo di origine animale- nuovi studi evidenziano i rischi per la salute umana. Dal cancro al diabete fino all’aumento di malattie cardiovascolari.

Un mercato in costante crescita (oltre 18 mld dollari nel 2035 per i soli sostituti della carne) a cui guardano con sempre maggiore interesse le multinazionali, facendo leva sulle nuove generazioni di consumatori.

Sullo sfondo una transizione alimentare che il Wef paragona alla transizione energetica demandando all'industria e alle multinazionali il compito di sfamare la popolazione mondiale ed estromettendo così l'anello più debole della filiera, ossia gli agricoltori.

Il tutto cambiando anche nome ai cibi ultraprocessati, perché il termine restituisce un'accezione negativa. E convincere le istituzioni, da quelle italiane a quelle europee (anche cercando alleanze industriali tra i diversi attori degli stati membri) che sono megliori e più sani di quelli naturali.

CIBO PLANT BASED, IL RUOLO DELLE MULTINAZIONALI

La demonizzazione del consumo di carne e prodotti di origine animale da parte delle multinazionali ha spinto nel corso degli anni all’impennata dei consumi di cibi plant based, compresi i sostituti della carne come salsicce, hamburger e nuggets a base vegetale. Prodotti ultra processati (UPF-ultra-processed foods) che fanno ricorso ad additivi artificiali e con contenuti più alti in sale, grassi, zucchero. E però pubblicizzati dai media, dalla Gdo e da numerosi documentari -sponsorizzati e finanziati dalle stesse aziende che producono gli alimenti ultra processati a base vegetale- come salutari e benefici per la salute umana. Giulia Innocenzi, autrice di Food for Profit, lo scorso 5 giugno ospite a Eden di Licia Colò, dichiarava: "la maggior parte del made in Italy si fonda su allevamenti intensivi [...] bisogna mettere in discussione tutto questo"

CIBO PLANT BASED, AUMENTA RISCHIO E MORTALITÀ MALATTIE CARDIOVASCOLARI

Eppure le ultime ricerche condotte sfatano il mito vegan, nonostante gli sforzi milionari in promozione dei prodotti vegetali ultra lavorati e in campagne volte a criminalizzare il consumo di carne, emerge come gli UPF vegetali possano rappresentare un rischio più elevato di malattie cardiovascolari.

Un recente studio dell'Imperial College di Londra, che ha utilizzato i dati di oltre 118.000 persone, ha dimostrato come mangiare UPF a base vegetale sia collegato ad un aumento del 7% del rischio di malattie cardiovascolari, rispetto al consumo di alimenti a base vegetale non trasformati.

https://www.imperial.ac.uk/news/254034/plant-based-upfs-linked-with-higher-risk/

I risultati - pubblicati sulla rivista Lancet Regional Health - indicano come nonostante gli UPF a base vegetale siano commercializzati come alternative salutari, possono essere collegati a risultati di salute peggiori, andando incontro ad un rischio più elevato di contrarre malattie cardiovascolari e di morire per queste malattie.

Così spiega il dottor Eszter Vamos, coautore dello studio, della School of Public Health dell'Imperial College di Londra:

“Gli alimenti ultra-lavorati sono spesso commercializzati come alimenti sani, questo ampio studio mostra che gli alimenti ultra-processati a base vegetale non sembrano avere effetti protettivi sulla salute e sono collegati a scarsi risultati per la salute".

LA RICERCA

Lo studio -condotto insieme all'Università di San Paolo in Brasile (USP) e all'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC)- ha evidenziato come il consumo di prodotti ultra processati plant based sia collegato ad un aumento del 7% di sviluppare malattie cardiovascolari e un incremento del 15% della mortalità.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la ricerca: 

https://www.thelancet.com/journals/lanepe/article/PIIS2666-7762(24)00115-7/fulltext

Come evidenzia la dottoressa Fernanda Rauber, ricercatrice presso l'USP e prima autrice dello studio: "Nonostante siano a base vegetale, questi alimenti possono contribuire a fattori di rischio come la dislipidemia e l'ipertensione a causa della loro composizione e dei metodi di lavorazione. Gli additivi alimentari e i contaminanti industriali presenti in questi alimenti possono causare stress ossidativo e infiammazione, aggravando ulteriormente i rischi”.

Inoltre -si legge all’interno della ricerca dell’Imperial College- uno studio condotto con i partecipanti della coorte NutriNet-Santé ha rivelato che vegetariani e vegani consumavano più UPF (alimenti ultra-processati ) rispetto ai mangiatori di carne, principalmente attraverso il consumo di carne di origine vegetale industriale e sostituti dei latticini.

CIBI ULTRA PROCESSATI, DAL CANCRO AL DIABETE ALLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI

La ricerca li ha collegati a una serie di scarsi risultati per la salute, tra cui: obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e cancro.

A causa della loro composizione e dei metodi di lavorazione che fanno ricorso a grassi non sani, sodio e zuccheri aggiunti gli UPF contribuiscono a dislipidemia, aterosclerosi, ipertensione, resistenza all'insulina, obesità e disturbi metabolici. Alcuni additivi alimentari presenti nell'UPF (come il glutammato monosodico e i dolcificanti artificiali, nonché i contaminanti formati durante la lavorazione industriale come l'acroleina) sono stati associati a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, attraverso stress ossidativo, infiammazione, disfunzione endoteliale, disregolazione metabolica, resistenza all'insulina e alterazioni nella composizione del microbiota intestinale.

IL MERCATO DEI SOSTITUTI DELLA CARNE A BASE VEGETALE

A livello mondiale -in base ai dati di Allied Market Research- il mercato dei sostituti della carne è stato valutata a 6,6 miliardi di dollari nel 2023 e si prevede che raggiungerà i 18 miliardi di dollari entro il 2035, crescendo a un CAGR dell'8,9% dal 2024 al 2035.

https://www.alliedmarketresearch.com/meat-substitute-market

Nel 2020, le vendite di alimenti a base vegetale solo negli Stati Uniti sono state pari a 7 miliardi di dollari, secondo i rapporti della Plant-Based Foods Association e del Good Food Institute.

Oltre alla Gdo un mercato significativo è quello della ristorazione e più specificatamente delle catene di fast food.

Nel 2019, Burger King ha stretto una collaborazione con Impossible Foods per lanciare l'Impossible Whopper, ossia una versione a base vegetale del loro caratteristico hamburger.

L’Europa è leader nel mercato dei sostituti della carne nel 2023 e si prevede che rimarrà dominante anche nei prossimi anni. Ciò nonostante altri mercati sono in espansione, il Medio Oriente e l'Africa dovrebbero infatti registrare il CAGR più veloce dell'11,2% dal 2024 al 2035.

Le aziende leader nel mercato dei sostituti della carne, come Beyond Meat, Quorn Foods, Amy's Kitchen e altre, hanno assistito a una crescita a due cifre della loro attività negli ultimi anni. Inoltre, si prevede che altri attori che operano nell'industria del fast-food, come KFC, McDonald's, Burger King e altri, rafforzeranno la loro linea di prodotti alimentari vegani con prodotti a base di carne artificiale/sostituti di carne per soddisfare la crescente domanda di cibo vegetariano.

https://www.prnewswire.com/news-releases/meat-substitute-market-to-reach-18-billion-globally-by-2035-at-8-9-cagr-allied-market-research-302146144.html

Di seguito le principali multinazionali del cibo ultraprocessato a base vegetale:

  • Amy's Kitchen
  • BeyondMeat
  • Cauldron Foods
  • Garden Protein International, Inc.
  • Meatless B.V.
  • VBites Foods Ltd.
  • MGP Ingredients (U.S.)
  • Sonic Biochem Extractions Limited
  • Kellogg Company,
  • Archer-Daniels-Midland Company

IL MERCATO DEL CIBO PLANT BASED IN EUROPA E IN ITALIA

L'analisi del GFI (Good Food Institute) Europe -su dati NielsenIQ che coprono 13 paesi europei-mostra che le vendite di alimenti a base vegetale sono cresciute del 6% nel 2022, e del 21% dal 2020 al 2022, per raggiungere 5,8 miliardi di euro.

Le vendite di carne vegetale sono cresciute a 2 miliardi di dollari nel 2022, mentre altre categorie, tra cui frutti di mare e formaggio a base vegetale, hanno visto una crescita a due cifre.

Il mercato italiano della vendita al dettaglio di alimenti a base vegetale è il terzo più grande in Europa e le vendite continuano a crescere, aumentando del 21% a 680,9 milioni di euro tra il 2020 e il 2022.

  • Il latte vegetale è il più sviluppato di tutte le categorie vegetali. Le vendite di latte vegetale sono state di 310,4 milioni di euro nel 2022 e la categoria ha continuato a sperimentare una crescita costante.
  • Le vendite di carne vegetale hanno continuato ad aumentare, per un totale di 168,4 milioni di euro nel 2022, in crescita del 40% tra il 2020 e il 2022.
  • Ogni categoria è cresciuta nel 2022. Le categorie in più rapida crescita erano pasti a base vegetale, carne a base vegetale e gelato a base vegetale, il tutto dimostrando una crescita a doppio digitale del valore delle vendite nel 2022.
  • Le categorie a base vegetale sono cresciute più rapidamente delle categorie a base animale. La crescita delle vendite unitarie delle categorie di latte, carne e yogurt a base vegetale ha superato quella delle categorie animali nel 2022.

In Italia i più entusiasti verso i sostituti della carne a base vegetale sono i giovani tra i 18 e i 25 anni, con una percentuale del 40,7% che si dice favorevole a queste alternative.

Percentuale che invece scende al 17,7% per la fascia d’età over 65.

DALLA TRANSIZIONE ALIMENTARE ALL'ELIMINAZIONE DEL TERMINE "ULTRA PROCESSATI"

Sullo sfondo proseguono i tentativi da parte delle multinazionali e del mondo industriale di modificare il sistema alimentare globale, attraverso un cambiamento sistemico e su vasta scala della produzione alimentare. Il tutto "reinventando" il modo in cui la società produce cibo e passando attraverso una alimentazione sempre più orientata su prodotti plant based ultraprocessati e sul cibo sintetico (o di coltivazione cellulare). E chi resta fuori sono proprio gli agricoltori.

A scriverlo nero su bianco è, ancora una volta, il World Economic Forum in un suo articolo, il quale -additando l'attuale sistema agroalimentare di essere causa della "duplice crisi della salute umana e ambientale"- dichiara la necessità di attuare una "transizione alimentare" in grado di "rimodellare il modo in cui la società produce, distribuisce, consuma e scarta il cibo – una trasformazione che avrà un impatto sul reciproco progresso della salute umana e ambientale."

E poi cambiare nome ai cibi ultraprocessati, perché il termine restituisce un'accezione negativa. E convincere le istituzioni, da quelle italiane a quelle europee, (anche cercando alleanze industriali tra i diversi attori degli stati membri) che sono meglio e che sono più sani di quelli naturali. E la salute? "sta prendendo troppo il sopravvento. Così si distrugge il sistema agroalimentare. E poi la salute è ignorante nella materia". E le raccomandazioni della Fao e dell'Oms in materia? "le politiche di Salute pubblica non ne tengano conto".

Questo quanto era emerso nel corso della riunione online del Gruppo di Lavoro del Comitato nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita CNBBSV su "cibi ultra-processati" del 31 ottobre scorso, che aveva dato vita al Position Paper denominato "Ultraprocessed Food pro & cons" redatto dal Gruppo di Lavoro Clan coordinato da Emanuele Marconi (Crea) e tra cui figurano rappresentanti dell'Università di Bologna, dell'Università di Padova, del Cnr, dell'Università di Milano, dell'Università della Tuscia, di Enea, dell'Accademia dei Georgofili, di Mutti Spa, di Barilla, di Assica, di UnionFood e di Federchimica. Documento che si legge è stato "condiviso" con il Gruppo di coordinamento nazionale di Bioeconomia (GCNB) e il Comitato nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

https://agricolae.eu/

Per saperne di più: 

Mentre si litiga in Ue, transizione alimentare del WEF punta su cibo sintetico e processato: fuori l’agricoltura. IL DOCUMENTO

Cibo Ultraprocessato, ecco il DOCUMENTO che vuole riabilitarlo: ‘’Salute sta prendendo il sopravvento. Creare alleanze industriali in Ue’’

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